Il segretario regionale Flc Cgil, Adriano Rizza, denuncia gli effetti degli accorpamenti delle scuole in Sicilia in conseguenza dell’applicazione delle norme previste nell’ultima finanziaria del governo Meloni.
L’elevazione da 600 a 900 alunni del numero minimo di alunni che ogni istituzione scolastica dovrà avere per mantenere l’autonomia, prevista dalla legge di stabilità approvata a fine dicembre scorso, provocherà effetti pesanti per le scuole siciliane.
“Ancora tagli tra le scuole sottodimensionate, e la Sicilia tanto per cambiare sarà la regione più danneggiata, dopo la Campania, con una riduzione per l’anno scolastico 2024/25 di 109 scuole a causa degli accorpamenti”.
È la denuncia di Adriano Rizza, segretario regionale della Flc Cgil Sicilia.
A partire dall’anno 2024/2025, tutte le scuole con meno di 900 studenti dovranno essere accorpate ad altre.
Secondo Rizza, l’obiettivo è quello di risparmiare risorse a scapito del buon funzionamento dell’attività scolastica, riducendo il numero dei dirigenti e del personale amministrativo.
“Numeri alla mano le previsioni di spesa per l’istruzione scolastica passeranno da 52 miliardi e 114 milioni del 2023 a 47 miliardi e 997 milioni di euro del 2025. Dal 2023 al 2025 ci sarà un taglio del 50% delle risorse sul reclutamento e sull’aggiornamento dei dirigenti e del personale”.
Per il segretario della Flc Cgil siciliana tutto questo è inaccettabile.
“La scuola ancora una volta viene trattata come un bancomat dal governo e non come una risorsa strategica del Paese su cui investire per il futuro”. Lo schema seguente è stato elaborato dalla Flc Cgil Sicilia.