Il progetto di legge approvato dalla Giunta presieduta dal Presidente della Regione Renato Schifani, reintroduce le province con l’elezione diretta dei Presidenti e dei Consigli provinciali.
Si voterà per l’elezione diretta dei Presidenti e dei Consigli delle sei province e delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
“Oggi abbiamo avviato il percorso per la reintroduzione delle Province in Sicilia, con l’elezione diretta di presidenti e Consigli.
L’abolizione degli enti intermedi, nove anni fa, con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi non ha mai funzionato.
Con questo testo onoriamo un impegno assunto con i siciliani in campagna elettorale, e soprattutto diamo risposta a un’esigenza sentita non soltanto in Sicilia, ma in tutto il Paese, come dimostrano le iniziative legislative presentate in Parlamento e in fase avanzata di discussione.
Per questo sono ottimista su un iter veloce in Ars, attraverso anche un confronto con tutte le forze politiche, rispetto al quale siamo sempre disponibili”.
Sono le parole con le quali il presidente della Regione Schifani ha presentato il disegno di legge, che riprende quello analogo depositato in commissione Affari costituzionali del Senato, e che una volta approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana, riporterà in vita gli enti soppressi nel 2014 dalla riforma incompiuta dell’allora presidente Crocetta.
Il progetto di riforma fissa le competenze dei nuovi organismi, individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente.
Come per i comuni, sono previste le candidature di genere, con almeno un quarto delle riservato a donne, e la doppia preferenza di genere.
Si voterà in un unico collegio per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, mentre i consiglieri saranno eletti in collegi, nei quali sarà divisa la circoscrizione elettorale per dare adeguata rappresentanza a tutti i territori.
Per le province con popolazione superiore al milione di abitanti i consiglieri saranno 36 e gli assessori non più di 9.
Per quelle tra cinquecentomila e un milione di abitanti, i consiglieri saranno 30 e gli assessori fino a 7, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti, il numero dei consiglieri scende a 24 consiglieri e le giunte potranno avere un massimo di 6 assessori.
Si voterà con il sistema proporzionale e i seggi saranno assegnati alle liste con il metodo D’Hondt.
La legge, dopo l’approvazione da parte dell’Ars, entrerà in vigore solo dopo l’abrogazione della legge Delrio da parte del Parlamento nazionale.