L’Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico circa 50mila decessi prematuri l’anno.
È quanto emerge dal rapporto di Legambiente Mal’aria 20255, che ha analizzato i dati relativi alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2) nei capoluoghi di provincia italiani.
Il biossido di azoto, NO2, è un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso, e contribuisce al fenomeno delle “piogge acide”.
Le polveri sottili, PM10, sono particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 millesimi di millimetro (µm) presenti nell’aria, che possono essere di natura organica o inorganica e presentarsi allo stato solido o liquido, capaci di adsorbire sulla loro superficie diverse sostanze con proprietà tossiche quali solfati, nitrati, metalli e composti volatili, che respirate, producono effetti dannosi per la salute.
25 città, su 98 di cui si disponeva del dato relativo al 2024, hanno superato i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento – dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano.
Per quanto riguarda la presenza di PM10, in testa alla classifica c’è Frosinone, con 70 giorni oltre i limiti consentiti, seguita Milano con 68, e da Verona con 66 sforamenti.
A Catania il numero di giorni oltre i limiti consentiti è stato 46, la media annuale è stata di 32 μg/mc, a Palermo 40 μg/mc.
Per quanto riguarda la Media Annuale di PM10, Catania è al quarto posto con 30,7 μg/mc, Palermo è ottava con 30,7 μg/mc.
Questi i valori registrati nelle città siciliane.
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