L’assessore regionale dell’istruzione e della formazione professionale, Gerolamo Mimmo Turano, ha pubblicato il decreto con il quale ha approvato il Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica della Sicilia per l’anno scolastico 2025/2026.
Nessuna novità rispetto a quanto stabilito nel corso della riunione del 10 dicembre dalla Conferenza regionale per il dimensionamento scolastico.
Confermata la soppressione di 23 istituzioni scolastiche autonome a partire dall’1 settembre 2025, i cui plessi e indirizzi di studio saranno accorpati ad altre istituzioni scolastiche.
Dal prossimo anno scolastico, in Sicilia non ci sarà nessun Circolo didattico, quelli che ancora esistevano sono stati infatti accorpati in Istituti comprensivi, scuole che comprendono l’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado.
Le 23 scuole che perderanno l’autonomia sono: 5 a Palermo, 4 a Catania, 3 a Messina e Agrigento, 2 a Trapani, Siracusa, Caltanissetta, 1 ad Enna e Ragusa.
Le due scuole della provincia di Siracusa sono entrambe istituti superiori, il Moncada di Lentini e l’Insolera del capoluogo.
L’Istituto Moncada sarà accorpato al liceo Vittorini di Lentini, l’Insolera sarà suddiviso tra il Federico II, al quale saranno accorpate le sezioni del professionale, e al Rizza, al quale andranno quelle del tecnico.
Diventano così 97 le istituzioni autonome cancellate negli ultimi due anni in Sicilia.
Il dettaglio interventi di dimensionamento e razionalizzazione contenuti nel piano è quello pubblicato nel nostro articolo di qualche settimana fa (leggi l’articolo).
Dura la critica della Flc Cgil Sicilia, il cui segretario generale Adriano Rizza ha definito il piano “inaccettabile che rappresenta un duro attacco al diritto allo studio e alla qualità dell’istruzione in Sicilia”.
Per Rizza il piano rappresenta “una resa di fronte ai problemi strutturali della scuola pubblica siciliana, camuffata da una presunta volontà di modernizzazione”.
Il segretario della Flc Cgil sottolinea come la scuola pubblica sia un bene comune e non un costo da tagliare.
“Continueremo a mobilitarci per difendere i diritti degli studenti e dei lavoratori e per costruire una scuola davvero inclusiva, moderna e capace di garantire un futuro migliore alle nuove generazioni”.
È inaccettabile che si utilizzi il pretesto dell’“interesse collettivo” per giustificare un piano che impoverisce ulteriormente le aree già svantaggiate della nostra regione, aumentando la dispersione scolastica e accentuando le disuguaglianze sociali e territoriali”.
“Le dichiarazioni dell’assessore Turano sulla “valorizzazione della continuità educativa” e sulla costruzione di una scuola più “moderna e inclusiva” sono smentite dai fatti.
La soppressione di direzioni didattiche e istituti, la verticalizzazione forzata e gli accorpamenti non rispondono a logiche educative, ma unicamente alla necessità di rispettare tagli imposti a livello nazionale.
Questi interventi, invece di rafforzare il sistema scolastico, lo rendono più fragile e inadeguato a rispondere alle sfide del presente e del futuro”.
SCARICA IL D.A. 2690 DEL 23/12/2024
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