Approvato in Senato il Decreto sul Ponte sullo Stretto di Messina, con i voti contrari del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Verdi – Sinistra Italiana. Compatto il centro destra, con il voto favorevole di Italia Viva e Azione.
Via libera del Senato al decreto sul ponte sullo Stretto di Messina, che diviene così legge. Ad approvarlo la coalizione di centro destra, insieme al Terzo Polo, con i voto contrario di Pd, M5S e Verdi-Sinistra Italiana.
“Un orgoglio italiano nel mondo – ha affermato lo ministro delle infrastrutture Matteo Salvini – un risarcimento per calabresi e siciliani che porterà 100mila posti di lavoro vero. “Una decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni”.
Il Governo sarebbe intenzionato a riprendere il vecchio progetto del 2011, per mettere “al riparo – sostiene Salvini – dai contenziosi miliardari che pendono da anni sulle nostre teste”.
Il decreto indica per l’approvazione del progetto esecutivo la data limite del 31 luglio 2024. Il ponte potrebbe essere transitabile tra il 2030 e il 2032.
Esulta anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. “Abbiamo mantenuto – afferma Berlusconi – l’impegno preso con i Siciliani, con i Calabresi, con tutto il Sud. Il ponte sullo Stretto da oggi è legge e domani sarà realtà. Si compie un cammino che avevano cominciato i miei governi e che la sinistra aveva colpevolmente interrotto. Avevamo promesso che questa volta lo avremmo realizzato e ora la strada è tracciata. Da oggi l’Italia è più unita, la Sicilia è più vicina all’Europa”.
Parere diametralmente opposto quello delle opposizioni. Il Partito Democratico, nel corso di un intervento in aula del senatore Nicola Irto, ha definito il Ponte sullo stretto “una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro. Ma l’arma di distrazione di massa – ha incalzato Irto – può servire anche ad altro. Perché non è un caso – ha aggiunto Irto – che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata”.