Grazie al sequenziamento del genoma di 20 varietà di arance siciliane, i ricercatori hanno individuato mutazioni che permettono di tracciare l’origine, l’evoluzione e la differenziazione delle arance, in particolare quelle a polpa rossa come le varietà Moro e Tarocco.
Lo studio, condotto dal Crea Olivicoltura Frutticoltura Agrumicoltura di Acireale, è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale The Plant Genome.
Il lavoro ha evidenziato l’ampia variabilità genetica delle arance siciliane, derivante da mutazioni spontanee che hanno portato alla diversificazione delle principali varietà: comuni, Navel, Valencia, Tarocco, Sanguigno, Sanguinello e Moro. Queste differenze sono particolarmente evidenti nei tratti distintivi delle diverse tipologie di agrumi.
In particolare, i ricercatori hanno identificato nuovi marcatori genetici utili per la tracciabilità delle varietà Tarocco e Moro, per le quali i marcatori molecolari tradizionali spesso non risultano efficaci. “Le arance, nel corso del tempo, accumulano mutazioni spontanee nel loro DNA, facendole geneticamente diverse dai campioni originari dai quali erano state identificate le mutazioni”, ha dichiarato il Crea. I nuovi marcatori potrebbero, quindi, svolgere un ruolo cruciale nella protezione dei prodotti agroalimentari contro frodi e contraffazioni.
Concetta Licciardello, primo ricercatore del Crea e autrice principale dello studio, ha spiegato che per la prima volta sono stati risequenziati cloni di arancio tipici dell’agrumicoltura siciliana, appartenenti ai gruppi varietali Moro, Tarocco e Sanguinello, insieme a varietà comuni, Navel e Vaniglia. Queste varietà si differenziano per caratteristiche specifiche come la presenza di licopene o l’assenza di acidità. I dati ottenuti confermano che le arance sono originate migliaia di anni fa dall’incrocio naturale tra un mandarino ancestrale e un pummelo, con le successive mutazioni spontanee a dar vita alla varietà che conosciamo oggi.
Andrea Rocchi, presidente del Crea, ha sottolineato l’importanza crescente dello studio del DNA delle piante come un asset strategico per la ricerca agricola, esprimendo grande soddisfazione per i risultati ottenuti dal team di Licciardello. Questo studio segna un ulteriore passo avanti nella comprensione del genoma degli agrumi e nel miglioramento della tracciabilità e protezione delle varietà siciliane.
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