Per i Pm del processo in corso nell’aula bunker di Caltanissetta, a carico Maurizio Bonaccorso, Claudia Pasciuti e Davide Spina, il processo a carico del presidente Schifani deve continuare.
“Non ci sono i termini per la prescrizione relativa al reato di concorso esterno in associazione a delinquere relativamente alla posizione del presidente della Regione Renato Schifani”.
Così i tre magistrati che sostengono l’accusa nel processo che riunisce i due procedimenti nati dall’inchiesta in seguito alla quale fu prima arrestato e poi condannato a 8 atti di reclusione l’ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, paladino dell’antimafia siciliana, per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.
I fatti contestati risalgono al 2015, quando il presidente della regione avrebbe rivelato notizie coperte da segreto istruttorio sull’indagine che i magistrati nisseni stavano conducendo, e per questo è accusato dei reati di rivelazione di segreto d’ufficio e associazione.
Il Pm Bonaccorso, nell’udienza di sabato, ha sostenuto che la prescrizione maturerà nell’ottobre 2024.
Per il difensore di Schifani, l’avvocato Roberto Tricoli, la prescrizione sarebbe invece già scattata, come avevano affermato i giudici del tribunale.
Il collegio giudicante si è riservato di decidere sul punto alla prossima udienza fissata per l’8 gennaio.
Intanto arriva l’appello dell’Associazione Nazionale Giuristi dei Consumatori (A.N.G.C.) e del Codacons, che chiedono al Presidente Schifani di rinunciare alla prescrizione.
“Confidiamo nel senso del dovere del Presidente della regione Siciliana nei confronti della comunità che rappresenta.
La decisione di affrontare il procedimento senza ricorrere alla prescrizione sarebbe un segnale di responsabilità e rispetto per i principi fondamentali della giustizia”.