Se per la Flc Cgil il rinvio di una anno degli accorpamenti di 18 scuole è “Un rimorso di coscienza che fa partorire alla montagna un topolino, un’operazione di risparmio mascherata, che vale solo per un anno”, l’assessore regionale per l’Istruzione Turano, in un video pubblicato sul suo profilo social, che riportiamo in fondo a questo articolo, rivendica con orgoglio il risultato del dimensionamento.
Per il segretario generale Flc Cgil Sicilia Adriano Rizza e Fabio Cirino, segretario regionale con delega al dimensionamento scolastico e segretario generale Flc Cgil Palermo, si tratta di “un provvedimento quindi temporaneo, frutto probabilmente dei problemi che si stanno determinando nelle regioni per l’attuazione pratica della norma, ma che non servirà certamente a ‘indorare la pillola’.
Ma anche inutile nella sostanza: nel triennio, infatti, sono confermati tutti i tagli delle autonomie già decisi”.
Sul fronte opposto, l’assessore Turano rivendica invece, e non senza un pizzico di sarcasmo, di avere compiuto una razionalizzazione attesa da 23 anni.
“23 non è il numero fortunato che tanti pensano numero che noi speriamo possa essere di buon auspicio per i tanti che hanno comprato il biglietto della lotteria età .
23 è il numero di anni di ritardo che si sono accumulati per fare una riforma prevista dal legislatore nazionale regionale nell’interesse esclusivo delle mamme e dei bambini e noi questo lo abbiamo oggi lo abbiamo fatto”.
Quindi sottolinea il significato e il valore della verticalizzazione delle scuole siciliane.
“Il che significa che le mamme che portano i bambini alla scuola elementare sanno che possono essere seguiti fino alla scuola media.
È una cosa giusta perché la maestra sa bambino conosce il curriculum, sa cosa deve fare tutto quello che serve per migliorare l’istruzione di quel bambino, e noi ci siamo arrivati con 23 anni di ritardo, e a me dispiace che non l’hanno fatto gli altri e sono fortunato ad averlo fatto io”.
In Sicilia le scuole erano come negli anni ’70, le scuole elementari e le scuole medie.
Assolutamente inadatte a garantire la continuità didattica che invece serve ai genitori e ragazzi.
Noi oggi questa lacuna l’abbiamo colmata.
Dal prossimo anno non ci saranno più scuole e scuole elementari, ma ci saranno istituti comprensivi, cioè scuole che permettono ai genitori di avere una maggiore formazione didattica, e impegnano i presidi a quella sana competizione per garantire alle famiglie e ai ragazzi i servizi didattici che qualificano la scuola siciliana.
Non è vero che chiudono scuole nessuna scuola chiuderà nessun bambino avrà cambierà scuola gli edifici rimarrà gli alunni pure ci saranno maggiori servizi e sono contenti di avere raggiunto questo obiettivo”.
Pur rispettando il lavoro e il punto di vista dell’assessore, e condividendo il valore della verticalizzazione della scuola del primo ciclo, ci permettiamo qualche precisazione.
La prima è che gli istituti comprensivi accompagnano l’alunno dai 3 ai 13 anni, per tutto il primo ciclo scolastico, che parte dalla scuola dell’infanzia, e non dalla primaria.
La seconda è che ‘la maestra’ non potrà mai seguire l’intero percorso del bambino che diventa ragazzo, dal momento che i docenti dei tre ordini di scuola, infanzia, primaria e secondaria di primo grado, sono necessariamente diversi.
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