La spesa media sostenuta dalle famiglie siciliane per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la Tari, nel 2024 è di 390€, leggermente inferiore ai 396€ allo scorso anno, ma al di sopra della media nazionale, che è di 329 €.
A Catania va il poco invidiabile primato della tariffa più alta, 594€ a famiglia, 3,25 volte di più di Trento, che è la città capoluogo con la tariffa la più bassa, dove ogni famiglia paga in media 183€.
Sono i dati del Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, pubblicato ieri, che fotografa luci ed ombre nella gestione dei rifiuti nelle varie aree del Paese.
In Sicilia la Tari più bassa la pagano gli abitanti di Enna, dove il costo medio per famiglia è di 266€.
Nell’ultimo anno, a Caltanissetta la tariffa è aumentata del 24,1%, a Messina è diminuita del 29,8%.
Questo il dettaglio delle città capoluogo siciliane:
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, secondo i dati forniti dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e riferiti al 2022, la media nazionale è del 65,2%.
In Sicilia la quota di differenziata è del 51,5%, in leggero aumento rispetto all’anno precedente, ben al di sotto del Veneto, che con il 76,2% guida la classifica delle regioni virtuose.
In Sicilia la città con la percentuale di raccolta più alta è a Ragusa, il 70,6%, quella con la più bassa è Palermo, con appena il 15,2%, ma male anche Catania con il 22%.
Nella tabella seguente è riportato il dettaglio delle città siciliane, con la quantità di rifiuti prodotti da ogni abitante in Kg.
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