Dopo trent’anni, Gianfranco Miccichè ha lasciato la guida di Forza Italia in Sicilia. Insanabile il contrasto con il presidente della regione Schifani.
Il Presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ha nominato il commissario del partito in Sicilia.
È Marcello Caruso, vicinissimo a Renato Schifani, già responsabile regionale Enti locali e coordinatore provinciale di Forza Italia a Palermo.
Guiderà lui il partito in Sicilia, nella tormentata fase delle amministrative di maggio.
L’ex presidente dell’Ars, alla guida di Forza Italia in Sicilia sin dalla sua fondazione, nel 1994, incassa così una durissima sconfitta nella guerra contro il presidente della Regione.
Una guerra che era cominciata la scorsa estate, quando Berlusconi, d’intesa con Fratelli d’Italia, diede il via libera alla candidatura di Schifani.
Miccichè si è dimesso ieri e ha comunicato la propria decisione con un breve messaggio.
“Questa mattina ho parlato a lungo con il Presidente Berlusconi della difficile e sempre più ingarbugliata situazione siciliana.
Per l’amicizia che mi lega da 40 anni e per il bene che voglio a questo partito e alla mia terra ho ritenuto corretto rassegnare le mie dimissioni. Al Dr. Caruso faccio i miei auguri di buon lavoro”.
Dal canto suo, Berlusconi ha ringraziato Miccichè.
“Ho ricevuto questa mattina le dimissioni di Gianfranco Miccichè da Coordinatore Regionale della Sicilia, motivate da situazioni locali che mi ha ampiamente rappresentato. Prendo atto con dispiacere della sua decisione e lo ringrazio per tutto il lavoro svolto per molti anni nella sua Sicilia come Coordinatore della Regione. Gianfranco Miccichè è un esponente di Forza Italia dall’anno della fondazione (1994) e sono certo che continuerà a dare il suo prezioso contributo a me e al nostro partito”.
Nei giorni scorsi, un altro partito della coalizione di maggioranza era stato commissariato, la Lega.
Matteo Salvini aveva infatti nominato l’europarlamentare Annalisa Tardino, al posto del deputato Nino Minardo.
Spetterà a lei rasserenare il clima nel partito in Sicilia, dove un gruppo di esponenti, anche di primo piano, accusa il potente vicepresidente della Regione e assessore all’agricoltura, il catanese Luca Sammartino, di sacrificare gli interessi di una parte del partito.
È la conferma di quanto sia difficile tenere insieme, all’interno di un partito vincente, personalità forti con le loro ambizioni e pretese.