Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha comunicato la conclusione del piano straordinario di vigilanza promosso dal Ministero a novembre scorso, che ha portato alla revoca dello status di ‘paritarie’ a 47 istituti di secondo grado.
I controlli hanno riguardato 70 scuole, 40 in Campania, 15 nel Lazio e 15 in Sicilia.
“Oggi annunciamo la conclusione del piano straordinario di vigilanza contro il fenomeno dei diplomifici.
Nessuna tolleranza verso chi non rispetta la legge. Ribadiamo il nostro impegno costante per garantire standard di qualità a tutti gli studenti, che frequentino scuole statali o paritarie”.
Così il ministro Valditara.
Le scuole paritarie sono scuole private inserite nel sistema nazionale di istruzione, la cui frequenza per gli studenti rappresenta a tutti gli effetti assolvimento dell’obbligo di istruzione.
Per il riconoscimento dello status di scuola paritaria devono essere garantiti alcuni livelli previsti dalla legge.
L’indagine era partita da un dossier pubblicato dalla rivista specializzata Tuttoscuola, che aveva evidenziato il numero crescente di studenti che arrivano alla maturità dalle scuole paritarie, in particolare nelle tre regioni, e soprattutto in Campania.
“Negli istituti paritari, all’interno dei quali si mimetizzano le strutture sospette il numero dei candidati l’anno scorso è aumentato di 2.698 unità, in controtendenza con il calo demografico nazionale, passando dai 53.472 del 2022 ai 56.170 del 2023.
Quindi con un 5% in più. Un andamento che troverà conferma anche nella maturità del 2024: anche quest’anno, infatti, almeno 10 mila maturandi si sposteranno da tutta Italia, prevalentemente verso Sud”.
Tuttoscuola evidenziava inoltre il fenomeno dello spostamento degli studenti verso alcune regioni.
“Per ottenere l’agognato pezzo di carta, fanno le valigie e cambiano regione per poi tornare a casa dopo qualche giorno con la maturità in tasca.
Un fenomeno probabilmente tutto italiano”.
Lo scorso anno, tra il quarto e il quinto anno di scuola superiore gli iscritti alle paritarie sono aumentati di oltre 30 mila unità, quasi interamente nelle tre regioni Campania, Lazio e Sicilia.
I controlli del ministero hanno permesso di evidenziare numerose irregolarità o vere e proprie violazioni, in 47 scuole, che ora rischiano la revoca del riconoscimento di ‘paritaria’.
Si va dagli istituti enogastronomici senza cucine ai docenti senza abilitazioni.
Tra quelle “più gravi e significative” che sono emerse, il Mim segnala: “personale docente privo di abilitazione e persino del titolo di accesso per l’insegnamento delle discipline; mancanza dei laboratori, dell’azienda agraria nel percorso tecnico agrario, delle cucine e delle derrate alimentari nei percorsi enogastronomici; numero di aule insufficienti per accogliere tutte le classi attivate e/o arredi insufficienti in relazione agli studenti iscritti; mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi eliminazione totale di alcune discipline”.
E ancora: “assenza del curricolo di educazione civica; funzionamento di più classi quinte collaterali con alto tasso di studenti residenti fuori regione (fino al 90%) dei quali non è dichiarato il domicilio vicino alla scuola ai fini di una regolare frequenza scolastica; difformità delle ore di servizio indicate nei contratti individuali di lavoro rispetto alle prestazioni lavorative risultanti dai documenti di assegnazione alle classi; grave inosservanza delle disposizioni vigenti in materia di esami di idoneità ed esami integrativi; lacune e incongruenze nella tenuta dei registri cartacei ed elettronici che minano la veridicità di quanto attestato”.
Per i provvedimenti di revoca, i risultati delle ispezioni dovranno ora essere valutati dagli Uffici scolastici regionali, per Lazio e Campania, mentre in Sicilia la competenza del riconoscimento della parità scolastica è della Regione.
Sull’iniziativa del Ministero, arriva l’apprezzamento dell’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, Mimmo Turano.
“I diplomi si guadagnano e si conquistano con l’impegno e la dedizione autentica, non si comprano”.
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