Dopo la conferenza regionale, riunita ieri per modificare la decisione del 5 dicembre, l’assessore regionale Girolamo Turano ha emesso il decreto, pubblicato oggi, diventa definitivo.
Le scuole autonome in Sicilia, passeranno dalle attuali 802 a 727 dall’1 settembre 2024.
Perderanno l’autonomia didattica 75 scuole, 17 in meno di quanto stabilito nel decreto interministeriale di giugno 2022.
Per altre 18 l’accorpamento è però rinviato di un anno scolastico, quando il numero delle scuole autonome dovrà essere ridotto a 705.
Sono le scuole ‘salvate’ dalla conferenza regionale di ieri, che ha applicato la deroga consentita dal governo nazionale nel decreto milleproroghe di fine anno.
Le scuole da accorpare nell’anno scolastico 2025/2026 diventano quindi 22.
Vediamo il dettaglio delle scuole accorpate.
17 sono in provincia di Palermo, 14 in provincia di Catania, 8 a Siracusa e a Trapani, 7 ad Agrigento e a Messina, 6 a Ragusa, 5 a Caltanissetta e 3 a Enna.
Dopo gli accorpamenti decisi ieri, la provincia con il numero medio più alto di alunni per istituzione scolastica è Ragusa, con 1007 alunni per scuola, seguita da Catania con 965, le uniche due province in cui il numero medio di alunni per scuola supera i 961 previsti nel decreto.
Quella con il rapporto più basso è Enna con 807.
Il decreto assessoriale è scaricabile a questo link.
Siracusa, dove le scuole dimensionate saranno di fatto 7 considerando il recupero del Verga nel capoluogo, è al sesto posto tra le nove province, con una media di 889 alunni per istituzione scolastica.
L’elenco delle scuole che saranno accorpate in provincia di Siracusa lo abbiamo riportato nell’articolo pubblicato ieri.
Anche se è prematuro fare ogni ipotesi, è facile immaginare che a subire il dimensionamento del prossimo anno scolastico saranno soprattutto le province con il più basso numero medio di alunni per scuola, quindi nell’ordine: Enna, Messina, Caltanissetta e Siracusa.
E considerato che quest’anno la mannaia è calata sulle scuole del primo ciclo, si può prevedere che il prossimo anno saranno colpiti maggiormente gli istituti superiori.
Non sarebbe male se si cominciasse a elaborare da subito una visione razionale del sistema scolastico in Sicilia e in ogni provincia, piuttosto che rincorrere all’ultimo momento deroghe o interventi di questo o quel parlamentare.
La scuola per la società è troppo importante per lasciarla in mano chi ne fa uno strumento di affermazione del proprio potere per compiacere le clientele.