La Commissione Cultura dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha ieri approvato con voto unanime, un disegno di legge sul dimensionamento scolastico, che una volta approvato dall’aula, dovrà essere inviato al Parlamento nazionale ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto, che consentirà di salvare almeno cento istituti scolastici in Sicilia.
Un disegno di legge dell’Ars chiede al Parlamento nazionale, la modifica delle norme sul dimensionalento scolastico, introdotte con l’ultima legge di bilancio.
Come è noto, con l’ultima legge di stabilità, il governo nazionale ha introdotto una norma per l’accorpamento degli istituti scolastici, per di risparmiare risorse, riducendo così il numero dei dirigenti, dei direttori dei servizi generali e amministrativo-contabili e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
“Ieri, in V Commissione all’Assemblea Regionale Siciliana, abbiamo approvato all’unanimità e con il parere favorevole dell’Assessorato alla scuola il disegno di legge sul dimensionamento scolastico che, se andrà in porto in Parlamento nazionale, consentirà a moltissime scuole del Paese di mantenere l’autonomia e in Sicilia di salvare circa 100 istituti”.
Così la parlamentare regionale del Partito democratico Valentina Chinnici, solo omonima dell’eurodeputata Caterina, estensore e prima firmataria della norma che è stata condivisa da tutti i deputati del Partito democratico.
Nel dettaglio, il disegno di legge, da sottoporre al Parlamento della Repubblica, ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto, propone modifiche all’art. 19 del Decreto-Legge n. 98/2011, convertito dalla legge n. 111/2011.
Per l’on. Chinnici, “Tutto ciò è inaccettabile, perché questi tagli avranno gravi ripercussioni sulla gestione delle scuole e sul buon funzionamento delle attività. A farne le spese saranno le comunità scolastiche, in particolare quelle che operano in contesti ad alta dispersione, dove mantenere l’autonomia è fondamentale”.
Il testo propone una serie di deroghe al limite di almeno 900 alunni per il mantenimento dell’autonomia scolastica.
Si punta in sintesi a limitare il numero di alunni nelle istituzioni scolastiche autonome, a più elevato tasso di dispersione scolastica o che sono ubicate in zone disagiate.
In particolare si chiede di limitare la reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome, solo se la sede di titolarità ha distanza non superiore a 30 Km, ed escludendo le isole minori.
Un altro intervento prevede di estendere la deroga già prevista per i comuni montani, le piccole isole e le aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, anche alle “istituzioni scolastiche situate sono aggiunte le parole nei comuni delle aree interne, in quelli classificati come periferici e ultraperiferici nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne e nei contesti urbani nei quali le particolari condizioni socio-economiche determinano una forte propensione all’abbandono scolastico”.