L’approvazione da parte della 4a Commissione ‘Ambiente, Territorio e mobilità’ dell’Ars del disegno di legge di riforma in materia urbanistica ed edilizia ha riacceso lo scontro politico tra maggioranza e opposizione.
Il testo contiene infatti una norma, introdotta con un emendamento presentato dal presidente della commissione Giuseppe Carta di Mpa e dal DC Ignazio Abbate, e approvata a fine novembre, fortemente contestata dalle opposizioni.
Il testo approvato interviene sulla legge regionale del 1976 che dispone il vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dal mare, una legge che aprì la strada ai successivi provvedimenti dei governi nazionali, che portarono all’approvazione della legge Galasso nel 1983.
La norma attuale prevede, all’articolo 15 che “le costruzioni debbono arretrarsi di metri 150 dalla battigia; entro detta fascia sono consentite opere ed impianti destinati alla diretta fruizione del mare, nonché la ristrutturazione degli edifici esistenti senza alterazione dei volumi già realizzati”.
Per l’on. Carta, l’obiettivo della norma è quello restituire dignità e fruibilità al litorale siciliano, adeguando la normativa regionale a quella nazionale, in particolare al testo unico dell’urbanistica, il Dpr 380/2001, recepito da una legge regionale nel 2016.
L’articolo 3 di quella norma definisce gli interventi edilizi, e tra questi la possibilità di effettuare “interventi di restauro e di risanamento conservativo”, gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano anche il mutamento delle destinazioni d’uso purché con tali elementi compatibili”.
Il presidente della 4° Commissione Giuseppe Carta, in occasione dell’approvazione dell’emendamento, aveva chiarito che la norma non interviene in alcun modo sulle costruzioni che non sono in regola con le norme edilizie e urbanistiche.
“La norma permetterà ai proprietari di case dirute o comunque in pessime condizioni, di recuperarne la fruibilità, migliorandone la qualità e l’aspetto.
Diventerà possibile anche apportare modifiche interne alle abitazioni di vecchia concezione, che non ne avrebbero le caratteristiche, per trasformarle in B&B.
Con questa norma vogliamo sottolineare che si può puntare ancora sul turismo, sulla ricostruzione e demolizione di opere esistenti che, lo sottolineo, dovranno essere in regola con le norme edilizie e ambientali e i vincoli paesaggistici.
Nessuna sanatoria, vogliamo solo ridare dignità ai nostri litorali per renderli ancora più belli e fruibili”.
Per le opposizioni si tratta invece dell’”ennesimo e intollerabile sfregio all’ambiente targato centrodestra, il vergognoso regalo del governo Schifani agli speculatori in vista delle prossime tornate elettorali”.
Pd, M5S e Sud chiama Nord, compatti nel criticare il disegno di legge che definiscono “un favore agli speculatori per raccattare qualche voto in più alle elezioni europee”, annunciano battaglia in aula.
“Definire vergognoso questo ddl che stravolge la legge urbanistica siciliana del 2020 è un eufemismo.
Siamo di fronte a norme che fanno carta straccia della strategia europea che punta all’azzeramento del consumo di suolo entro il 2050 e che pagheranno a caro prezzo le future generazioni.
Parecchie norme, tra l’altro, sono a rischio impugnativa, prima fra tutte quella sulla sanatoria nei 150 metri che è uno specchietto per le allodole in vista delle elezioni, una norma acchiappavoti con cui si prendono in giro i cittadini”.