Annullare il Decreto dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente della Regione Siciliana n. 1784 del 30 dicembre 2023, che ha disposto la proroga delle concessioni demaniali marittime in scadenza al 31 dicembre 2023, fino al 31 dicembre 2024.
Lo chiede Legambiente Sicilia, con un ricorso straordinario presentato al presidente della Regione Renato Schifani, al quale spetterà la decisione, dopo che avrà acquisito il parere del Cga.
Per l’associazione ambientalista, la proroga è illegittima in quanto “in aperta violazione delle norme europee e degli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia di concessioni demaniali marittime, di tutela della concorrenza e dei diritti dei consumatori, nonché in materia di tutela dell’ambiente”.
Sulla questione, il Consiglio di Stato, con una sentenza di novembre 2021, aveva già dichiarato illegittime le proroghe delle concessioni demaniali, perché in violazione della direttiva Bolkenstein.
L’illegittimità è stata ribadita appena qualche giorno fa, il 30 aprile.
Anche il Tar di Catania, il 2 aprile scorso, sulla base della sentenza del Consiglio di Stato, ha dichiarato inefficace il decreto dell’assessore regionale.
Gli ambientalisti denunciano inoltre la mancata esecuzione della sentenza del 5 maggio 2022, con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3 della legge regionale n. 17 del 21 luglio del 2021, che per un periodo ha consentito di rilasciare le concessioni demaniali marittime in assenza o senza la preventiva verifica di coerenza con le previsioni dei Pudm, i Piani di Utilizzo delle aree demaniali marittime.
Per la Consulta, infatti, i piani “svolgono un’essenziale funzione non solo di regolamentazione della concorrenza e della gestione economica del litorale marino, ma anche di tutela dell’ambiente e del paesaggio, garantendone tra l’altro la fruizione comune anche al di fuori degli stabilimenti balneari, attraverso la destinazione di una quota di spiaggia libera pari al cinquanta per cento del litorale”.
La norma annullata determinava un abbassamento del livello di tutela dell’ambiente e del paesaggio nei comuni costieri in Sicilia.
“Le spiagge sono un bene comune – afferma il presidente di Legambiente Sicilia Tommaso Castronovo –che non può essere sottratto alla collettività, mentre spesso gli stabilimenti balneari diventano veri e propri locali, anche notturni, che occupano il demanio tutto l’anno.
Sia la fruizione libera che la gestione da parte dei privati devono avvenire nel rispetto dei parametri ambientali e della sostenibilità, evitando di creare nocumento”.
Legambiente Sicilia chiede quindi all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente il commissariamento dei Comuni che non hanno redatto e adottato il Pudm entro il termine ultimo del 30 giugno 2021, come peraltro ribadito e previsto da una Delibera della Giunta Regionale del 20 gennaio 2023, rimasta inapplicata da oltre un anno.