Dopo medici ed infermieri, giusto che la Regione premi anche chi con impegno è stato in trincea accanto a loro.
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Continua la battaglia della Ugl sanità Sicilia per il riconoscimento del bonus ai lavoratori del settore sanitario pubblico impegnati nella guerra al Covid-19. Dopo aver raggiunto, nei giorni scorsi, l’accordo per la distribuzione delle somme al personale strutturato nelle aziende ospedaliere e sanitarie presenti nel territorio siciliano, nonchè in favore degli operatori della Seus 118, la federazione rappresentata da Carmelo Urzì ha inviato una nuova nota all’Assessorato regionale della Salute per chiedere un incontro finalizzato a trovare una soluzione per concedere l’incentivo anche ai dipendenti delle ditte private in appalto.
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“Si tratta di circa un migliaio di operatori che in questi mesi sono stati impegnati in trincea nelle corsie dove si sta lottando contro il Coronavirus, meritando appieno di ottenere il bonus già accordato ai medici ed agli infermieri con i quali hanno lavorato fianco a fianco. Per noi non è solo una questione ovviamente economica, ma anche di equità sociale visto che nei nostri ospedali le squadre dei reparti sono completate dalla presenza delle donne e degli uomini delle ditte in appalto, il cui impegno è sempre determinante ed è stato ancor più incisivo durante queste giornate di intenso lavoro. Chiederemo dunque – conclude Urzì – uno sforzo economico anche per questa categoria di lavoratori (operatori socio sanitari, ausiliari specializzati, operatori dei servizi di pulizia ed altre figure professionali), che continuano ad essere fondamentali per lo svolgimento efficiente dei servizi ospedalieri.” Sostegno alla nuova richiesta della federazione Sanità arriva anche da Giuseppe Messina, segretario dell’Unione regionale del lavoro siciliana: “Ancora una volta, come Ugl siamo protagonisti con proposte di buon senso e ci auguriamo che l’Assessore Ruggero Razza possa dare il via libera ad un ristoro che potrà dare ancor più dignità a chi lavora con abnegazione ed impegno nei nostri ospedali, rischiando in prima linea, pur appartenendo al comparto privato in appalto.”