Da domani e fino al 31 marzo, gli studenti che frequentano l’ultimo della scuola secondaria di secondo grado, i cosiddetti maturandi, sosterranno le prove Invalsi.
Le singole scuole sceglieranno la data in cui far svolgere le prove, all’interno della finestra di tempo stabilita.
Le prove sono predisposte dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione, l’Invalsi, e non servono a valutare il singolo studente, ma il sistema scolastico nazionale nel suo insieme, attraverso le competenze acquisite dagli studenti in Italiano, Matematica e Inglese, considerate competenze di base.
Fanno eccezione le ‘classi campione’, quelle individuate dall’Invalsi come rappresentative di tutte le realtà scolastiche italiane, i cui risultati sono poi utilizzati come standard di riferimento, che svolgeranno le prove tra il 10 e il 13 marzo, con la presenza di un osservatore esterno.
Non si tratta di un esame ma di prove obbligatorie, a cui gli studenti devono sottoporsi, per poter essere ammessi all’esame di stato, indipendentemente dall’esito.
I risultati delle prove non influenzano infatti in alcun modo la valutazione dello studente nel suo percorso scolastico, né il risultato dell’esame.
L’Invalsi è stato istituito in sostituzione del Cede, con la riforma Bassanini della Pubblica amministrazione del 1997, proprio per valutare il sistema scolastico nazionale in modo da fornire elementi di confronto con quelli degli altri stati, ed evidenziare eventuali elementi di criticità.
L’attuale assetto delle prove è quello definito, nel 2017, dalla riforma della Buona scuola, che ha introdotto alcune importanti novità.
Le prove interessano gli alunni delle seconde e quinte classi della scuola primaria, gli studenti delle terze classi della scuola secondaria di primo grado, quelli delle seconde e delle ultime classi della secondaria di secondo grado.
Per questi ultimi studenti le sono state introdotte anche all’ultimo anno delle scuole superiori nel 2019.
Gli alunni delle seconde classi della scuola primaria non svolgono la prova di Inglese.
Per gli studenti delle classi conclusive della secondaria di primo e di secondo grado è prevista la restituzione dei risultati in termini di livelli descrittivi delle competenze, che possono essere scaricati dal sito Invalsi, solo dopo la conclusione del rispettivo esame di stato.
Si tratta di test ai quali gli studenti dovranno rispondere in un tempo definito, scrivendo le risposte su carta, quelli della scuola primaria, al computer quelli della secondaria.
Negli anni le prove sono state affinate in modo da fornire alle singole scuole importanti elementi di riflessione e di autovalutazione del proprio operato, per poter attuare le azioni di miglioramento più opportune, per arginare il rischio dell’autorefenzialità.
L’elaborazione dei risultati delle prove consente di confrontare i risultati della singola scuola con quelli delle altre scuole dello contesto territoriale, della regione e con quelli le scuole di contesti territoriali analoghi, per composizione sociale e culturale, a quelli in cui la scuola opera.
Dai risultati emerge anche il cosiddetto ‘cheating’, una sorta di coefficiente di imbroglio, che rileva i casi in cui le risposte sono state copiate dallo studente, o hanno ricevuto l’aiutino dell’insegnante che vigila sulla correttezza dello svolgimento.
In entrambi i casi, un valore elevato del cheating, rende il risultato della prova inaffidabile, dal momento che il risultato è falsato rispetto agli obiettivi della misurazione.
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