Si è svolto ieri l’atteso incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su Versalis, la società del gruppo Eni che ha recentemente presentato il Piano di trasformazione e rilancio, che prevede l’abbandono dei prodotti di origine fossile.
Il Piano, che prevede l’abbandono dei prodotti di origine fossile per puntare su prodotti chimici rinnovabili, circolari e speciali realizzati con materiali non fossili, comporterà la chiusura degli impianti cracking a Brindisi e Priolo, e del polietilene a Ragusa.
A conclusione della riunione di ieri, definita un tavolo di confronto, il ministro Adolfo Urso, che l’ha presieduta, ha sottolineato come l’impegno del ministero nell’affrontare le crisi industriali sia quello di preservare siti produttivi e livelli occupazionali.
Il ministro ha mostrato di apprezzare l’impegno dell’azienda e le rassicurazioni fornite.
“Da parte di Versalis non c’è un disimpegno ma una chiara volontà di riconversione produttiva della chimica di base, passando da un settore che ha accumulato perdite di 3 miliardi negli ultimi 5 anni a settori in significativa espansione che potrebbero rappresentare uno sviluppo significativo sia sul piano industriale sia per quanto riguarda l’impegno ambientale”.
Improntate invece allo scettiscismo le prime reazioni dei sindacati, che hanno partecipato alla riunione assieme ai rappresentanti delle Regioni Puglia e Sicilia e alle associazioni di categoria.
Per loro dalla riunione non sarebbero emersi nuovi elementi importanti.
Durante l’incontro Eni ha illustrato il Piano di trasformazione e rilancio, sottolineando come questo preveda circa 2 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 5 anni e un taglio in termini di emissioni di circa 1 milione di tonnellate di Co2.
Per gli stabilimenti di Brindisi e di Priolo è prevista la riconversione degli impianti, con la realizzazione a Priolo di una bioraffineria, a Ragusa l’azienda punta sulla riconversione del sito in un centro di ricerca.
L’azienda ha assicurato il mantenimento degli attuali livelli occupazionali senza il ricorso ad alcun ammortizzatore sociale con la prospettiva di un incremento a fronte di sviluppo di ulteriori sinergie.
Garantita la riqualificazione e lo sviluppo delle competenze a supporto del processo di trasformazione attraverso percorsi formativi trasversali e specialistici per i lavoratori degli stabilimenti.
Nel corso della riunione, il ministro Urso ha chiesto all’azienda chiarimenti sulla certezza degli investimenti, sul crono programma e sull’eventuale impatto sull’indotto.
Il ministro ha inoltre ricordato come domani, 5 dicembre, sempre al Mimit, si terrà il tavolo di settore della Chimica che “per svolgersi con maggiore consapevolezza, ha bisogno della certezza che il depuratore di Priolo possa essere ancora utilizzato dalle imprese che stanno portando avanti gli impegni per il rispetto delle regole ambientali”.
A conclusione dell’incontro è stato stabilito dalle parti che verranno istituiti due tavoli tecnici, uno per ogni regione interessata, che successivamente confluiranno in un tavolo unico, con l’obiettivo di giungere, nel mese di gennaio, a un documento condiviso sul percorso di riconversione che dia certezze in merito a investimenti, cronoprogramma, iter autorizzativi e impatto sull’indotto.
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