Sarà un San Silvestro amaro, il prossimo, per le 120 famiglie dei dipendenti dello stabilimento Versalis di Ragusa.
La direzione aziendale ha infatti comunicato ai dipendenti che gli impianti del capoluogo ibleo chiuderanno proprio il 31 dicembre prossimo.
La notizia segue l’annuncio dei vertici Eni di una settimana fa.
Saranno quindi i lavoratori di Ragusa i primi a subire le conseguenze del piano di ristrutturazione annunciato da Eni per rilanciare Versalis, azienda in crisi a causa della crisi strutturale del settore della chimica di base in Europa.
Il piano prevede la chiusura dello stabilimento, mentre per quello di Priolo è prevista la riconversione degli impianti con la realizzazione di una bioraffineria per SAF e di un impianto di riciclaggio chimico che impiega la tecnologia HOOP.
Per il sito industriale ibleo non è invece prevista nessuna ipotesi di riconversione, se non quella, in realtà estremamente vaga, della trasformazione in un centro direzionale.
La notizia della chiusura ha suscitato grande allarme non solo nei 120 dipendenti che lavoro nello stabilimento, ma per tutto il contesto economico, per le ripercussioni che produrrà sul piano occupazionale, anche sulle aziende dell’indotto.
I sindacati hanno già indetto per martedì 12 novembre lo sciopero generale.
Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Ragusa hanno diffuso un comunicato congiunto.
“La chiusura di Versalis rappresenta per Ragusa una drastica riduzione del tessuto industriale, con gravi conseguenze a livello occupazionale ed economico per l’intero territorio.
Questo è solo l’ultimo segnale di un preoccupante processo di deindustrializzazione che sta colpendo il nostro Paese.
A Ragusa ad oggi non è stato ancora fornito un cronoprogramma dettagliato che specifichi quando debba essere implementato questo piano di trasformazione.
Tuttavia, in altri siti si parla di una continuità produttiva garantita fino al 2025, mentre a Ragusa le produzioni si fermerebbero entro la fine del 2024.
L’aggravante, inoltre, è che lo stabilimento di Ragusa, oltre a inaugurare questo piano di trasformazione che parte dalle dismissioni, è anche l’unico sito che non ha una prevista riconversione industriale, rimanendo escluso dagli investimenti annunciati da Eni per il futuro del settore.
Di fronte a questa situazione, richiamiamo con forza l’intervento del governo nazionale e regionale, a cui chiederemo una convocazione urgente.
Pertanto, con decorrenza immediata è proclamato lo stato di agitazione con il blocco dello straordinario; l’astensione dal lavoro per giornalieri e turnisti sarà per l’intera giornata del 12 novembre 2024 con fermata degli impianti”.
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