L’ex sindaco, dimessosi a seguito dei provvedimenti giudiziari a suo carico, ha avviato la sua campagna elettorale con un comizio.
Con un comizio nella piazza centrale di Priolo, l’ex deputato e assessore regionale ha presentato la sua squadra e la sua candidatura.
Chi pensava, o sperava, che la recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato legittimo il provvedimento del Gip di Siracusa, che il 3 ottobre del 2022 ne aveva disposto gli arresti domiciliari, potesse spingere Pippo Gianni a ritirare la sua candidatura, è rimasto deluso.
In un lungo comizio, gli interventi dei candidati al consiglio comunale, degli assessori designati e di quelli che lo hanno affiancato nei quattro anni e mezzo della sua sindacatura, hanno tutti tessuto le lodi dell’uomo, del politico, del medico, del leader.
C’era la pasionaria che urlava la sua difesa della città dai tentativi di infiltrazione di politici dei paesi confinanti, presumibilmente Melilli, in una sorta di ‘prima i priolesi’.
Gli assessori uscenti a elencare i successi dell’amministrazione Gianni e i progetti che intendono realizzare se riconfermati
Qualche inciampo retorico nella lunga serie degli interventi che si sono succeduti dal palco, come quando un giovane aspirante consigliere ha orgogliosamente rivendicato di ‘avere rubato tutto quello che poteva rubare’.
Meno male che, incrociati gli sguardi perplessi di chi lo ascoltava, ha subito precisato che parlava di idee, rubate per costruire un futuro migliore per la sua città, guadagnandosi così gli applausi dei presenti, risollevati.
Che Gianni fosse un leader, di quelli che non lasciano indifferenti, lo ami e lo odi, non è certo una novità.
Le incognite sono piuttosto legate agli sviluppi della sua vicenda giudiziaria.
L’udienza del processo a suo carico, per reati legati alla sua attività di sindaco, è fissata per il 5 maggio, due giorni dopo il termine ultimo per la presentazione delle candidature.
Facile prevedere che il processo sarà l’argomento centrale delle campagna elettorale.
Proprio ieri infatti, con una lettera aperta, è arrivato l’attacco di Identità priolese, la lista che sostiene la candidatura del presidente del consiglio comunale Alessandro Biamonte, che definisce la scelta di candidarsi “politicamente irresponsabile ed inopportuna, lontana dall’amore che lei a parole dice di avere per il paese.
“Lei ha il dovere nei confronti dei Priolesi di dire la verità, di spiegare qual è la sua posizione giudiziaria oggi, in modo che gli elettori decidano consapevolmente se darle fiducia o meno, nel pieno rispetto della volontà popolare.
Lei risulta imputato di gravi reati commessi nello svolgimento della funzione di Sindaco della nostra comunità.
Dica con chiarezza che esiste il concreto pericolo di un nuovo commissariamento del nostro Comune, sarebbe la quinta volta, con gravissime conseguenze per tutta la comunità che vive una condizione di gravi problemi e per questo necessita di una amministrazione che possa affrontarli con immediatezza e continuità nel tempo, durando fino alla scadenza naturale dei cinque anni”.
Intanto, qualche dirigente del Partito Democratico di Priolo prende le distanze dalle dichiarazioni del segretarlo Roberto Franchina, in merito al sostegno alla candidatura di Biamonte, accusandolo di incoerenza politica.
Dal fronte del centrodestra, che sostiene la professoressa Michela Grasso, spicca la denuncia del deputato regionale Carlo Auteri, di FdI, che chiede al presidente della Commissione antimafia all’Ars, Cracolici, di convocare il Commissario straordinario, nominato dalla Regione per gestire il Comune di Priolo, per verificare la legittimità di “iniziative e comportamenti poco consoni per un dipendente regionale che rischia, forse ingenuamente, di aiutare questo o quel candidato a sindaco”.
Siamo solo agli inizi, ma già si preannuncia una campagna elettorale davvero incandescente.