Dopo l’annuncio della vendita della raffineria Isab al fondo cipriota, sarebbero aumentati i dubbi del governo che starebbe valutando l’applicazione della norma sulla Golden power.
Il 9 gennaio scorso, Lukoil aveva annunciato la firma dell’accordo da parte della controllata Litasco S.A., con il fondo cipriota G.O.I. Energy Limited, per la vendita della raffineria Isab di Priolo.
Secondo l’accordo, che prevede che il fondo G.O.I. Energy mantenga i livelli occupazionali e garantisca le migliori condizioni di salute e sicurezza, la cessione dello stabilimento si sarebbe dovuta completare entro marzo, ma il termine slitterà di almeno un mese.
A rallentare la vendita è il rilascio da parte del Governo italiano, delle autorizzazioni previste, per le quali è corso l’istruttoria, che deve verificare i requisiti della nuova proprietà e il rispetto delle regole dell’antitrust.
Secondo un articolo del Sole24Ore di qualche giorno fa, l’esame del comitato governativo per il golden power si sarebbe complicato.
Il quotidiano economico riferisce che nei vari incontri tecnici tra i rappresentanti del governo e quelli della società interessata all’acquisto, ci sarebbe stata la richiesta di chiarimenti più dettagliati, che il gruppo dovrebbe fornire entro il 4 aprile, sul ruolo rivestito nell’operazione da Trafigura, l’operatore finanziario con sede in Svizzera specializzato nella compravendita di strumenti finanziari nel settore petrolifero, che dovrebbe garantire le forniture di greggio alla raffineria e provvedere al necessario livello di capitale circolante.
Trafigura rappresenta uno dei più grandi commercianti internazionali di petrolio e prodotti pretoliferi, ed ha legami con Bazan Group, proprietario di una grande raffineria in Israele, che potrebbe essere in competizione con quella di Priolo.
Secondo alcune voci, invece, l’interesse del gruppo sarebbe proprio quello di spostare la produzione in Sicilia, in vista della prossima chiusura dell’impianto di Tel Aviv.
Nonostante l’ottimismo cha lasciano trapelare i vertici di Goi Energy, dopo i recenti provvedimenti del governo, che hanno definito l’impianto di Priolo di interesse strategico, sarebbe in corso una riflessione sull’eventualità di utilizzare lo scudo della Golden power, che di fatto bloccherebbe l’accordo.
A fine febbraio, i dirigenti della Goi Energy, avevano incontrato il ministro, assieme al suo vice Valentini, e al presidente della Regione Schifani, accompagnati dal rappresentante dello studio Bonelli- Erede, consulente del fondo cipriota, l’ex ministro dell’interno Angelino Alfano, vicino a Schifani e ad esponenti del governo.
Sempre secondo il Sole24Ore, sul fronte finanziario, Goi Energy punterebbe al coinvolgimento di una cordata di banche, con il coinvolgimento, in qualità di advisor, di Rothschild.