Lo stabilimento Isab di Priolo, attualmente di proprietà Lukoil, ma in procinto di passare al fondo cipriota G.O.I. Energy Limited, è riconosciuto di interesse strategico. Il Dpcm firmato oggi mette al sicuro dal rischio di chiusura anche il depuratore Ias.
È finalmente arrivata la svolta tanto attesa che potrebbe mettere la zona industriale al sicuro dall’ipotesi di chiusura per provvedimenti della magistratura.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, su proposta del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha firmato il Dpcm che dichiara Isab, attualmente ancora di proprietà della Lukoil, stabilimento di interesse strategico.
Il provvedimento, che è stato inviato agli organi competenti, diventerà operativo dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti.
Il Decreto del Presidente del Consiglio firmato oggi dichiara il complesso degli stabilimenti di proprietà della società ISAB S.r.l., l’Impianto IGCC codice AIA 30 e il complesso si raffinerie codice AIA 86, di interesse strategico nazionale, ai sensi del decreto-legge 207, tenuto conto del settore in cui opera, del numero degli occupati e del rilievo che la produzione assume per l’autonomia energetica della Nazione.
Il provvedimento riconosce, e questa è una novità di grande interesse per l’intero polo petrolchimico, beni strumentali allo stabilimento industriale gli impianti di depurazione di Priolo Gargallo e Melilli, in quanto infrastrutture necessarie ad assicurare la continuità produttiva dello stabilimento.
Nel decreto si stabilisce inoltre che per il contenimento dei rischi dei danni ambientali e per assicurare la continuità produttiva, il MIMIT dovrà entro 30 giorni adottare un decreto di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sentiti il Ministro della Salute, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) per bilanciare le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione, della salute e dell’ambiente.
Le misure di coordinamento sono altresì disposte, d’intesa con la Regione Siciliana, per gli interventi eventualmente necessari per dare soluzione alle questioni ambientali inerenti gli impianti di depurazione.
Con l’entrata in vigore del Dpcm ci saranno le condizioni per lavorare all’adeguamento del depuratore consortile alle normative ambientali, alla prescrizioni dell’AIA ora sospesa e della magistratura.
A quest’ultima spetta il compito di proseguire il lavoro per l’accertamento di eventuuali violazioni di norme e delle relative responsabilità.