Secondo quanto disposto dal Gip di Siracusa, su richiesta dei pubblici ministeri Tommaso Pagano e Salvatore Grillo, titolari dell’inchiesta per disastro ambientale sull’impianto di depurazione consortile dell’IAS di Priolo, sequestrato lo scorso 15 giugno, sono iniziate oggi le operazioni relative all’incidente probatorio.
Il collegio dei periti nominati lo scorso 9 dicembre, composto dal professor Giuseppe Mancini e dagli ingegneri Emilio Napoli e Alfredo Pini, ha iniziato oggi le operazioni che dovranno accertare il funzionamento dell’impianto consortile, che tratta i reflui industriali prodotti nel petrolchimico di Augusta – Priolo – Melilli.
Il professor Mancini è Professore associato di Impianti chimici presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Catania, l’ingegnere Emilio Napoli, di Salerno, è esperto in ingegneria idraulica, l’ingegnere Alfredo Pini, romano, è stato direttore ad interim del Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell’ambiente e per la conservazione della biodiversità dell’ISPRA, per il quale ha seguito pe attività relative al rilascio delle AIA.
Alle operazioni partecipano consulenti tecnici e legali dell’Ias e delle aziende che conferiscono i reflui prodotto nei processi di lavorazione, presso l’impianto per il trattamento.
Sono presenti anche il legali di Legambiente e Lipu, che si ritengono parti lese e intendono costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale, quando entrerà nella fase del dibattimento.
L’incidente probatorio ha lo scopo di accertare il reale inquinamento prodotto dall’impianto, i danni che può provocare alla salute dei cittadini e la capacità di smaltire i reflui prodotti negli stabilimenti del polo petrolchimico.
L’indagine coinvolge trentadue persone e sette società.
Ricordiamo che l’incidente probatorio di fatto anticipa il dibattimento, ed ha lo scopo di acquisire prove ed elementi utili al processo, in situazioni eccezionali, prove non rinviabili al dibattimento, che siano poi pienamente utilizzabili in giudizio.
Massimo il riserbo dei periti, che non hanno rilasciato alcuna dichiarazione, mentre l’avvocato Paolo Tuttoilmondo, di Legambiente, ha ricordato come da anni l’associazione abbia rilanciato le segnalazioni dei cittadini, riguardo le emissioni inquinanti e maleodoranti prodotte dall’impianto consortile.
Legambiente si augura inoltre che l’intervento del governo, da molti auspicato per evitare il blocco dell’intera zona industriale, non interferisca con le attività dei giudici e permetta accertare le eventuali responsabilità e di tutelare effettivamente l’ambiente e la salute dei cittadini.
Nella mattinata il collegio dei periti ha acquisito la documentazione tecnica dell’impianto e ne ha ricostruito gli aspetti fondamentali, anche raccogliendo le osservazioni delle parti presenti.
Nel pomeriggio le operazioni proseguono con il sopralluogo presso le vasche di trattamento.
Le operazioni si protrarranno per qualche settimana e interesseranno tutti gli stabilimenti interessati allo smaltimento, per verificare le caratteristiche dei reflui inviati al depuratore e gli eventuali pretrattamenti effettuati.
Domani sarà la volta della raffineria Sonatrach.
Sul fronte delle iniziative annunciate dal governo, intanto, non si registrano novità.