Dopo il rinvio dell’udienza del 10 marzo scorso, per l’assenza di un giudice, è iniziato oggi il processo all’ex sindaco Pippo Gianni, accusato di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.
Il processo si svolge con il rito abbreviato, e vede l’ex sindaco, candidato alle elezioni del 28 e 29 maggio, imputato per reati gravi, legati al mandato politico.
Sono accuse che portarono agli arresti domiciliari di Gianni, il 3 ottobre del 2022, per tre mesi, fino alle sue dimissioni dalla carica di sindaco, dalla quale era stato nel frattempo sospeso dal Prefetto di Siracusa, in applicazione della legge Severino.
Gianni ha sempre rigettato tutte le accuse mosse a suo carico dalla Procura della Repubblica di Siracusa, sostenendo che le sue dichiarazioni intercettate nel corso delle indagini, debbano essere inquadrate nel contesto dell’azione politico amministrativa che svolge da decenni, a favore del territorio e a tutela degli interessi dei cittadini e della imprese di Priolo e degli altri comuni della zona industriale.
Nel corso dell’udienza di oggi, alla quale era presente l’ex sindaco, i difensori, avvocati Paolo Reale e Valentina Castellucci, hanno presentato una serie di eccezioni al collegio giudicante.
In particolare, è stata sollevata la questione di competenza, che secondo i legali, per i fatti contestati, sarebbe del Tribunale di Catania e non di quello di Siracusa.
Il collegio giudicante ha fissato la prossima udienza per il 16 giugno, nel corso della quale si è riservato di decidere in merito alla richiesta di trasferimento del processo a Catania.
Per quella data si saranno giù svolte le elezioni di fine maggio, alle quali Gianni è candidato.
In caso di sua elezione a sindaco, e di una successiva condanna, si potrebbe verificare la sospensione dal mandato e il commissariamento del comune, sulla scia di quanto successo a Catania per il sindaco Pogliese.
Intanto la campagna elettorale va avanti.