L’ennesimo scontro tra il governo Meloni e i magistrati si consuma sulle spalle dei lavoratori del petrolchimico siracusano.
Il Tribunale del Riesame ha accolto le motivazioni del Gip del Tribunale di Siracusa, ed ha confermato lo stop al depuratore Ias di Priolo, respingendo il ricorso del governo.
La decisione non è stata accolta bene dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha usato parole dure, accusando i magistrati di colpire il Paese per colpire il governo.
“Ancora una volta la decisione di un Tribunale rischia di vanificare l’azione di governo a tutela dell’interesse generale.
Stavolta ad essere colpito è proprio il diritto al lavoro di migliaia di persone in una zona strategica della Sicilia.
Per colpire il governo colpiscono il Paese“.
Con un decreto del 31 luglio, il Gip del Tribunale di Siracusa aveva dichiarato di non autorizzare la prosecuzione delle attività del depuratore consortile Ias, disponendo la non applicabilità del decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy del 12 settembre 2023, che prevedeva le misure di bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e la tutela della salute dell’ambiente.
In realtà il Gip, nel suo provvedimento, ha applicato i principi costituzionali richiamati nella sentenza della Consulta che qual mese fa ha dichiarato illegittima una delle norme “salva Isab” introdotte all’indomani del provvedimento di sequestro per disastro ambientale, da parte della magistratura, del depuratore consortile Ias di Priolo Gargallo per garantire la continuità produttiva delle raffinerie e degli altri impianti dell’area industriale di Siracusa.
Il governo ha impugnato il provvedimento ed ha ora visto respinto il ricorso.
Per il ministro Urso, la sentenza rappresenta “una decisione gravissima che mina la stabilità e il futuro dell’intera area industriale, compromettendo il destino di migliaia e migliaia di lavoratori, delle loro famiglie e le possibilità di sviluppo dell’intera Sicilia“.
“Con lo stop al depuratore si compromettono le operazioni di aziende di primaria importanza come Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol, con un impatto devastante per il tessuto economico e sociale della zona.
Un duro colpo per il territorio, che rischia di perdere più di 4.500 posti di lavoro, tra dipendenti diretti e indotto, oltre a subire un danno irreversibile alla propria economia.
Così si pregiudicano anche gli investimenti programmati per la riconversione green delle attività produttive”.
Il ministro, cha subito informato il Presidente della Regione Schifani, con il quale ha condiviso un’azione comune, convocherà un tavolo con tutte le forze produttive e sindacali del territorio e gli enti locali per affrontare la crisi.
Da parte sua, il presidente Schifani ha affermato di essere in perfetta sintonia con le dichiarazioni del ministro Urso, e ha ribadito l’impegno a collaborare con tutte le istituzioni competenti per trovare una soluzione che permetta di superare rapidamente questo momento critico, scongiurando ripercussioni irreversibili sul Siracusano e sull’intera economia regionale.
“Condivido pienamente le preoccupazioni espresse dal ministro delle Imprese Adolfo Urso riguardo alla delicata vicenda del depuratore di Priolo Gargallo.
La decisione del Tribunale del Riesame di Roma rischia di compromettere la stabilità economica e sociale di un’area strategica per la nostra regione, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro e il futuro industriale del Siracusano.
Questa crisi non può essere affrontata con estreme rigidità procedurali che ignorano il merito della questione.
Ribadiamo il nostro impegno a collaborare con tutte le istituzioni competenti per trovare una soluzione che permetta di superare rapidamente questo momento critico, scongiurando ripercussioni irreversibili sul Siracusano e sull’intera economia regionale”.
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