Nell’interrogatorio di garanzia, svolto stamattina alla presenza del difensore avvocato Reale, Pippo Gianni ha contestato tutte le accuse, sostenendo che le sue dichiarazioni vanno inquadrate nell’ambito dell’azione politica e amministrativa di cui ha rivendicato la correttezza.
Alla presenza del difensore, l’avv. Paolo Ezechia Reale, il sindaco di Priolo Pippo Gianni ha contestato dettagliatamente le accuse a suo carico mosse dalla Procura della Repubblica di Siracusa che hanno portato al provvedimento di arresti domiciliari, eseguito nella mattinata di lunedì scorso.
Il sindaco di Priolo ha precisato come alcune sue dichiarazioni, intercettate nel corso delle indagini svolte dalla Squadra Mobile e del Commissariato di PS di Priolo Gargallo, e riportate nell’ordinanza del GIP che ha disposto la misura cautelare a suo carico, vadano inquadrate nel contesto dell’azione politico amministrativa che svolge da decenni, a favore del territorio e a tutela degli interessi dei cittadini e della imprese di Priolo e degli altri comuni della zona industriale.
In merito all’appalto per l’affidamento in concessione, con Project Financing ad iniziativa privata, del Servizio di riqualificazione energetica e funzionale del cimitero del comune di Priolo Gargallo, Gianni ha negato di avere esercitato pressioni sulla ditta aggiudicataria.
Ha ammesso la richiesta di un contributo a favore di una squadra di calcio, aggiungendo di averlo richiesto anche ad altre ditte, ma negando decisamente ogni relazione tra la richiesta e l’esito dell’appalto, la cui competenza era dell’URECA e non del Comune di Priolo.
In merito alle richieste fatte ai due direttori di stabilimenti della zona industriale, Gianni ha contestato la politica di impresa delle aziende e rivendicato il diritto di difendere gli interessi del proprio territorio, sostenendo le imprese della zona, a suo dire discriminate, proprio a causa della qualità del lavoro prodotto dalle stesse e dei lavoratori.
Secondo il Sindaco di Priolo, il ricorso a manodopera proveniente da altre zone d’Italia, sarebbe dovuto ai minori costi, che provocherebbero minori livelli di qualità e sicurezza e di conseguenza maggiori rischi per i lavoratori e gli abitanti dei comi della zona.
Ha citato il caso di una impresa di Priolo con oltre 500 dipendenti, che acquisisce commesse importanti in vari paesi al mondo, ma non nella zona industriale, a causa dei costi imposti dagli elevati livelli di qualità e di sicurezza.
Il sindaco ha negato che le richieste rappresentassero minacce di interventi ispettivi particolarmente severi, sia perché una della aziende interessate ricade nel territorio del Comune di Melilli e non di Priolo, sia perché quei controlli non sarebbero di competenza dei Comuni.
In proposito ha precisato che la presenza del Comandante dei Vigili Urbani in uno degli stabilimenti, sarebbe avvenuta nella sua qualità di responsabile della Protezione Civile, accorso, assieme ai colleghi degli altri comuni nella zona industriale, su richiesta di una ditta a seguito di un incidente verificatosi nello stabilimento.
In merito alle pressioni fatte sui dirigenti del Comune di Priolo, Gianni ha rivendicato il diritto del sindaco di valutarne, giudicarne l’operato e di rimuovere quelli incompetenti o infedeli, il cui operato produrrebbe un danno per l’ente.
A conclusione dell’interrogatorio, sulla base delle dichiarazioni di Gianni e dei documenti prodotti per dimostrare la correttezza del proprio operato, l’avvocato Reale presenterà domani al Tribunale del Riesame di Catania, la richiesta di annullamento della misura cautelare.