Il segretario della Fiom Cgil di Siracusa, Antonio Recano, denuncia l’assenza di un piano industriale che espliciti gli investimenti da realizzare a Priolo per un nuovo asset industriale e le misure per salvaguardare l’occupazione.
Dopo la nomina, da parte dell’assemblea dei soci di Isab srl del nuovo presidente del Consiglio di amministrazione, interviene il sindacato dei metalmeccanici Cgil.
Per il segretario della Fiom GCgil di Siracusa, Antonio Recano, “il cambio all’interno del Cda di Isab, senza aver presentato il piano industriale che doveva esplicitare gli investimenti da realizzare a Priolo per un nuovo asset industriale e salvaguardare l’occupazione, fa nascere ulteriori dubbi sull’operazione che qualche mese fa si è conclusa con la cessione degli impianti a G.O.I. Energy e rischia di essere un’ipoteca sul futuro del petrolchimico”.
Recano, in un comunicato sottolinea i danni provocati dalla mancanza di vere politiche industriali, nel polo petrolchimico di Priolo Augusta Melilli.
“Negli ultimi 20 anni, il combinato disposto tra incapacità imprenditoriale, logica di mercato votata al profitto e interventi legislativi fratricidi ha prodotto diseguaglianza e precarizzazione, che insieme allo stato sociale ha impoverito ulteriormente il sistema industriale della nostra regione. L’impatto sulle condizioni di vita dei lavoratori è stato drammatico.
Il Petrolchimico si sta consumando nell’attesa degli investimenti previsti dal PNRR, di quelle ‘opportunità’, che non si manifestano avvolte nel silenzio mediatico di Governo e imprese, cui sembra non interessare il futuro della Sicilia e del Sud in generale”.
Recano denuncia come in Italia, a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa, non siano chiari le priorità, gli obiettivi e gli investimenti necessari “per agganciare un processo di transizione industriale e sociale inevitabile”.
“Occorre uscire dall’opacità, rompere le resistenze delle imprese, occorre agisce pretendendo un intervento concreto dello stato, occorrono politiche industriali con una vera visione di sviluppo che riescano a gestire le criticità intrinseche al processo di transizione, oppure il Petrolchimico di Priolo pagherà il prezzo di una inaccettabile deindustrializzazione che travolgerà come uno tsunami i lavoratori.
La domanda è, quanto ancora si è disposti a pagare in termini economici, ambientali e occupazionali?
Per la Fiom, la strada della mediazione nel contesto di crisi generale che ci attanaglia non porta a niente di buono, promuove la lotta significa passare dalla difesa all‘attacco e in definitiva lottare con convinzione per vincere.
In questo senso, costruire alleanze tra soggetti sociali è passaggio necessario, sta a noi trovare la composizione possibile, occorre costruire un blocco sociale capace di riconquistare dignità e futuro.
Non è semplice, ma i metalmeccanici, a partire dalla loro vertenzialità hanno ancora l’ambizione di realizzare una grande utopia, tenere insieme, sviluppo, lavoro, salute, ambiente, sicurezza e giustizia sociale”.