“Servono più fondi per rendere la didattica online accessibile a tutti gli studenti”. Lo dicono in una nota congiunta il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, il coordinatore provinciale dell’Udu Palermo, Matteo Norcia, e il Coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi Sicilia, Giuseppe Barresi, a proposito dello stanziamento di 970.000 euro disposto dalla Regione Siciliana per sostenere la didattica a distanza delle scuole.
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“Chiediamo dunque a gran voce – aggiunge Norcia – che la Regione ampli il provvedimento, prevedendo una volta per tutte la copertura totale degli idonei alle borse di studio, così da mettere tutte e tutti nelle stesse condizioni di proseguire il proprio percorso universitario senza ulteriori complicazioni. In un momento complesso come questo la vicinanza delle istituzioni regionali ai propri studenti deve essere massima”.
“Per quanto questa scelta – commenta Barresi – possa essere un passo avanti da parte del governo regionale non è di certo sufficiente, i fondi stanziati non basteranno a coprire le esigenze degli studenti e delle studentesse che in questo momento si stanno trovando in difficoltà a seguire la didattica online per mancanza di strumenti o varie impossibilità personali”.
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“Ci preoccupa – prosegue Rizza – il modo in cui il Miur intende e vuole imporre, e lo ha fatto con alcune note ministeriali, la didattica a distanza. Modalità che presuppone che sia i docenti che gli alunni possano e debbano accedere, in modo generalizzato, a connessioni internet con strumenti software e hardware adeguati. La cosa più grave è che il Ministero non si è minimamente preoccupato di verificare, nemmeno sommariamente, se è così dando invece per scontato che in tutte le famiglie italiane ci sia un computer e una connessione a internet.” “Negli ultimi anni – conclude Rizza – sono state messe in atto solo politiche finalizzate a tagliare risorse. L’invito che noi rivolgiamo al nostro governo regionale è quello di prestare una particolare attenzione proprio ai settori della conoscenza della nostra regione. È evidente che bisogna cambiare atteggiamento e cominciare a investire in questi settori e fare in modo che tutti i nostri studenti abbiano le stesse opportunità, a prescindere che facciano parte o meno di famiglie appartenenti a un ceto sociale piuttosto che un altro”.