Oltre 3000 in piazza a Palermo per dire no a una manovra finanziaria che dimentica il mondo del lavoro, i precari e i più deboli.
Lo sciopero era stato indetto da Cgil e Uil Sicilia per protestare contro la manovra economica del governo Meloni che, secondo gli organizzatori dello sciopero, conferma le scelte di disinvestimento nei settori della conoscenza, penalizza chi ha di meno, premia gli evasori e aumenta l’iniquità del sistema fiscale introducendo la flat tax.
Erano oltre 3000 ieri in piazza a Palermo per protestare contro la manovra finanziaria che, secondo Cgil e Uil, dimentica il mondo del lavoro, i precari e i più deboli.
Per il segretario generale CGIL Sicilia, Alfio Mannino: “Siamo di fronte a una legge finanziaria iniqua, ingiusta e che non dà le risposte che il mondo del lavoro si aspettava.
Siamo di fronte al fatto che si spostano risorse dei pensionati ai ceti più deboli per finanziare il taglio delle tasse per hanno un reddito da partita Iva di sei settemila euro al mese.
In più non si dà nessuna risposta per una possibilità uscire dal mondo del lavoro qui dal sistema pensionistico e poi qui soprattutto in Sicilia dove c’è una condizione di grande precarietà nel lavoro dove ci sono molti disoccupati.
Non ci sono investimenti per rilanciare l’economia della nostra regione”.
I sindacati dicono no all’autonomia differenziata, al regionalismo che porterebbe a un’Italia a due velocità, chiedono risorse adeguate all’aumento dell’inflazione per i rinnovi dei contratti pubblici per il triennio 2022/2024.
Proteste anche contro gli interventi sulla scuola, in particolare contro il dimensionamento della rete scolastica, che porterebbe a 900 il numero di alunni necessario per mantenere l’autonomia scolastica, che cancellerebbe oltre 800 istituzioni scolastiche.
Per il segretario organizzativo di Flc Cgil, Paolo Italia, “è impensabile di buono e soprattutto penalizza chi come noi del pubblico impiego paghiamo fino all’ultimo centesimo da sempre”.