Il segretario regionale Zappulla e i segretari di 7 province in Sicilia, si schierano contro la decisione dei vertici nazionali di Articolo Uno di aderire al Partito democratico e partecipare al congresso di febbraio.
Sempre più in salita il percorso verso il congresso del Partito democratico in Sicilia. Aricolo uno si sfila.
I vertici siciliani di Articolo uno, ad eccezione dei segretari regionali di Agrigento e Caltanissetta, ribadiscono il no alla partecipazione al congresso e adesione al Pd.
Per i sottoscrittori di un documento, dal titolo emblematico “Il congresso del Pd non è la risposta”, serve una vera costituente verso il partito della sinistra e del lavoro.
Il documento porta le firme di Gianni Battaglia (segretario Articolo Uno, Ragusa), Antonio Gandolfo (segretario Articolo Uno Trapani), Mariella Maggio (segretaria Articolo Uno Palermo), Paolino Mangano (segretario Articolo Uno Catania), Sergio Rossitto (segretario Articolo Uno Enna), Domenico Siracusano (segretario Articolo Uno Messina), Antonino Landro (segretario Articolo Uno Siracusa) e Pippo Zappulla (segretario Articolo Uno Sicilia).
Gli esponenti siciliani di Articolo uno criticano con decisione la scelta del segretario Speranza e del gruppo dirigente nazionale.
“Insieme alla stragrande maggioranza degli iscritti e militanti di Articolo Uno abbiamo, dal 2017, condiviso il progetto della ricostruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra del lavoro, femminista, dell’ambiente, della pace, dei diritti. Art1 per questo è nato e noi riteniamo che questa rimane la missione fondamentale.
Al cambio di direzione assunto dal gruppo dirigente nazionale del partito, la nostra ferma contrarietà l’abbiamo espressa già nella fase congressuale del mese di Aprile 2022 (dove tatticamente fu occultata la scelta di confluenza nel Pd) e più volte ribadita nelle riunioni degli organismi e anche pubblicamente”.
I firmatari del documento respingono l’invito del segretario nazionale Roberto Speranza e ribadiscono quindi il loro rifiuto alla “mera confluenza” nel partito democratico, che di fatto ne farebbe una componente.
Alla base della scelta la mancata modifica, che Articolo uno chiedeva al Pd, del Manifesto dei valori.
“In questo scenario, che peraltro ha visto confermare e non sostituire il Manifesto fondante del Pd del 2007, la scelta del gruppo dirigente nazionale di Art1 si configura come una mera adesione e confluenza in un altro partito.
Scelta che ovviamente rispettiamo ma che rimane non condivisa da parte significativa della comunità di Art1: militanti e iscritti che hanno scelto invece di non seguirli e di prendere in mano il testimone dei valori e della missione vera di Art1.
Occorre recuperare con umiltà e spirito costruttivo il percorso originario ed in questo senso va l’iniziativa dell’Area Nazionale “Verso il partito del lavoro” già costituita il 3 dicembre a Roma (la seconda assemblea nazionale è convocata il 28 gennaio p.v. a Livorno) e in fase di organizzazione anche nelle regioni e nei territori”.
Il passaggio finale del documento è dedicato nello specifico alla situazione politica siciliana.
“Anche in Sicilia, occorre offrire spazi di incontro, di riflessione e di ricerca alle tante e ai tanti che reputano insufficiente l’attuale proposta politica dell’intero campo progressista.
In questa direzione crediamo importante svolgere, nelle prossime settimane, un’assemblea aperta con il coinvolgimento non solo della nostra comunità, ma degli esponenti della sinistra laburista e ambientalista e di tutti i soggetti civici del campo progressista, per costruire forme stabilì di confronto e di raccordo, rispetto alle questioni centrali per il futuro dell’isola che rischia il baratro con il Governo Schifani”.
Ma, con la mancata confluenza nel Pd, quale sarà in futuro del partito in Sicilia?
Lo scenario potrebbe essere quello di attendere gli sviluppi del consolidamento dell’asse tra Giuseppe Conte e Massimo D’Alema che, secondo autorevoli opinionisti starebbero lavorando alla costituzione di una ‘cosa rossa’, un partito a sinistra del Pd, con la benedizione di alcuni esponenti di prima fila di quel partito, buona parte di quelli schierati a sostegno della candidatura a segretario di Elly Schlein.
Se si dovesse concretizzare questa ipotesi, il Partito democratico andrebbe inevitabilmente verso una ulteriore scissione.