All’Hotel Astoria Palace di Palermo, il Pd siciliano si è confrontato ieri sulle regole per l’elezione del segretario nel prossimo congresso, che si svolgerà tra marzo e aprile.
L’Assemblea regionale del partito si è svolta in un clima acceso, come era chiaro che sarebbe stato viste le premesse dei giorni scorsi, e si è conclusa con il rinvio di una settimana per decidere il regolamento del congresso.
Lo scontro è tra l’ala che fa capo al segretario regionale Anthony Barbagallo, vicino alla segretaria nazionale Elly Schlein, che vuole che a eleggere il nuovo segretario regionale siano i tesserati al partito, e quella che fa riferimento al presidente nazionale del partito, Stefano Bonaccini, e a Matteo Orfini, che chiede le primarie aperte anche ai non iscritti.
In ballo c’è la conferma di Barbagallo, che con il voto riservato alle sezioni sarebbe in un certo senso blindato,
È curioso osservare come le posizioni siano capovolte rispetto alle primarie nazionali di due anni fa che portarono all’elezione di Elly Schlein alla segreteria nazionale, dopo che Bonaccini aveva nettamente prevalso, qualche mese prima, nelle votazioni tra i tesserati.
Sul fronte che contesta il segretario regionale c’è gran parte del gruppo all’Ars del partito, guidato da Fabio Venezia, che la scorsa settimana si è dimesso dalla segreteria.
A contestare l’attuale segretario regionale ci sono anche alcune figure importanti del pd siciliano, tra cui il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici, l’ex senatore Mirello Crfisafulli e il deputato catanese, attuale sindaco di Militello Val di Catania, Giovanni Burtone.
Barbagallo è accusato di non essere una figura ‘coagulante’, capace cioè di unire il partito.
Il segretario regionale, dopo l’approvazione della legge finanziaria all’Ars, aveva annunciato l’intenzione di denunciare alle procure i parlamentari che hanno votato gli emendamenti alla Finanziaria per assegnare contributi a pioggia.
Tra questi ci sono anche i deputati Pd, che pure hanno poi votato contro la legge.
Giovanni Burtone ha attaccato Barbagallo anche su questo.
“Il gruppo parlamentare ha subito degli attacchi ingenerosi, ma in realtà abbiamo fatto un grande lavoro morale e politico.
Esiste invece una difficoltà di dialogo tra noi e il partito.
Negli ultimi anni abbiamo sempre perso, eppure si è sempre fatto come voleva il segretario.
Le primarie aperte per il nuovo segretario? Venga Schlein a dirci che non le vuole, noi obbediremo“
A nulla sono valsi gli sforzi del responsabile organizzativo nazionale Igor Taruffi, invitato della Schlein, che alla fine ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di arrivare ad un accordo tra le due posizioni e ha proposto il rinvio a sabato prossimo per votare il regolamento congressuale.
Nel frattempo dovrà essere eletto il nuovo presidente dell’assemblea regionale del partito, casella rimasta vuota dopo le polemiche dimissioni di Antonio Ferrante, di tre mesi fa.
Nel corso della settimana, la commissione nazionale di garanzia del partito, dovrà valutare, e quasi certamente approvare, la proposta di regolamento avanzata da Barbagallo.
Tra una settimana quindi l’ennesima resa dei conti all’interno di un partito che invoca l’unità ma non riesce a trovare pace.
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