Grande attesa per “Iddu – l’ultimo padrino”, l’ultima fatica cinematografica di Elio Germano e Toni Servillo incentrata sul saggio di Salvatore Mugno Lettere a Svetonio, una raccolta di missive tra il boss latitante Matteo Messina Denaro e Catello Palumbo, personaggio immaginario, presumibilmente ispirato ad un ex amministratore di Castelvetrano.
La storia si sviluppa attraverso il rapporto epistolare tra i due protagonisti. “Pizzini”, che la giustizia si riveleranno utili per arrivare all’arresto.
Catello, Toni Servillo, politico condannato per concorso esterno in associazione mafiosa che torna in paese una volta conclusa la sua condanna trascorsa in un penitenziario del nord è il padrino del terzogenito del potente boss don Gaetano, Matteo, ora lui boss dopo la morte del padre, nonché il latitante più ricercato di sempre.
Un rapporto, ripreso da una prima lettera del Servillo, che diventa spiraglio per chi da un lato “ex” di tutto e con una reputazione da risollevare e chi, il Matteo di Elio Germano, si sente solo e chiuso in gabbia avendo anche perso la propria guida, il padre.
Probabilmente un modo, per entrambi, da interpretare come nuovo inizio di una “ripresa”, dopo tanto sconforto.
Soprattutto da parte di Catello, che inizia lo scambio epistolare non proprio in maniera “limpida e spontanea”, ma indotto dai servizi segreti per ottenere una “riabilitazione” in cambio di informazioni e prove importanti per la cattura del latitante.
Una trama, insomma, complessa e articolata che tanta curiosità ha suscitato e che ha “diviso” anche una comunità, quella di Castelvetrano, che dopo un trambusto iniziale, vedrà proiettato il lungometraggio nel teatro della città piuttosto che nel suo “luogo naturale”, il cinema “Marconi”.
Quest’ultimo, infatti, sarebbe di proprietà del figlio del politico a cui sembra sia ispirata la pellicola, anche se non menzionato mai direttamente, che non avrebbe vissuto di buon grado come sarebbe stata dipinta la figura del padre.
Una figura invece, secondo il figlio, “dedita e al servizio dello Stato italiano”.
Da qui la proiezione, in concomitanza, del docufilm Falcone e Borsellino, ‘Il fuoco della memoria’, che “ricorda due eroi veri dell’antimafia”.
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