Antonello Cracolici, parlamentare del Partito Democratico, alla sua sesta legislatura, è stato eletto presidente della “Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia“, meglio nota come Commissione Antimafia.
La Commissione Antimafia regionale, la cui corretta denominazione è “Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia“, si è insediata oggi all’ARS e ha eletto presidente l’onorevole Antonello Cracolici, del Partito democratico.
Nella seduta di insediamento, come era stato ampiamente anticipato nei giorni scorsi, la Commissione regionale antimafia, composta, oltre che dal presidente, da Giovanni Burtone e Fabio Venezia (Pd), Jose Marano e Roberta Schillaci (M5s), Michele Mancuso (Forza Italia), Salvatore Geraci (Sicilia Vera) Marianna Caronia (Lega), Carmelo Pace (Dc Nuova), Giuseppe Castiglione (Mpa), Marco Intravaia (FdI), Riccardo Gennuso (Forza Italia all’Ars) e Ismaele La Verdera (Sud chiama Nord), ha eletto l’ex assessore regionale all’agricoltura del governo Crocetta, Antonello Cracolici.
Cracolici, sessant’anni, è alla sua sesta legislatura all’Ars, di cui fa parte ininterrottamente dal 2001, ed è uno dei volti più noti del partito democratico siciliano.
Nel corso del suo discorso di insediamento, di fronte ai componenti della commissione, Cracolici ha annunciato l’iniziativa di venerdì mattina durante la quale renderà omaggio al sacrificio dell’allora presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella e dell’allora segretario regionale del PCI Pio la Torre, uccisi dalla mafia.
“Venerdì mattina porterò dei fiori sui luoghi degli omicidi di Pio La Torre e Piersanti Mattarella: voglio iniziare così, con questo gesto simbolico ma carico di senso e significato il mio lavoro alla guida della commissione Antimafia”.
Il neo presidente, che depositerà una corona di fiori davanti al monumento di piazza XIII vittime, ha anche affermato: “Voglio che questa diventi la commissione dei siciliani dell’antimafia. Dobbiamo lavorare per avviare una nuova narrazione, quella della Sicilia che ha saputo resistere e che può e deve diventare esempio per le nuove generazioni”.