“Si è conclusa da poco nella sala gialla dell’ARS l’audizione in III Commissione dei vertici Lukoil e dei rappresentanti sindacali, alla presenza del direttore generale del dipartimento delle Attività Produttive Carmelo Frittitta”.
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A renderlo noto è Giovanni Cafeo, parlamentare regionale di Italia Viva e segretario della III Commissione ARS Attività Produttive. “L’incontro è stato caratterizzato da un clima positivo e collaborativo – continua Cafeo – nel quale a seguito della relazione di Lukoil, entrata nel dettaglio del piano industriale d’emergenza redatto per affrontare la più pesante crisi economica degli ultimi decenni, sono poi intervenuti i rappresentanti sindacali, comprendendo appieno il contesto internazionale che ha costretto l’azienda a questo tipo di decisione ma chiedendo al contempo un impegno a lungo termine sia in ottica di transizione energetica sia nella capacità di garantire comunque la produzione di carburante fino a quando il mercato ne avrà oggettivamente bisogno e cioè almeno fino al 2050”.
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“Nel corso della relazione di Lukoil è emerso poi il dato paradossale di un’azienda del petrolchimico che oltre a dover subire la pesante crisi mondiale attualmente in corso, si vede esclusa del riconoscimento di essenzialità per la parte di produzione elettrica, come ulteriore testimonianza di ostilità nei confronti del settore – prosegue Cafeo – Per questo la Commissione, su mia proposta, ha deciso di presentare uno specifico Ordine del Giorno sulla vicenda, un segnale forse piccolo ma comunque incisivo per provare a dare un deciso cambio di rotta alla strategia industriale del Governo regionale”.
“Oggi ci ritroviamo di fatto a dover affrontare problemi con i quali conviviamo da almeno trent’anni – spiega ancora Cafeo – e pur non avendo la presunzione di poterli risolvere a seguito di un paio di audizioni in commissione, è evidente che a fronte di un impegno serio da parte delle aziende in ottica di mantenimento dell’occupazione e rispetto degli obiettivi ambientali, serve un’adeguata assunzione di responsabilità da parte del Governo regionale, spesso ambiguo se non apertamente ostile nei confronti di questo settore strategico, nonché un cambio di atteggiamento del Governo nazionale che non potrà mai avvenire se non cambia la posizione dell’esecutivo regionale. Al Governo chiediamo di fare una netta scelta di campo – conclude Cafeo – se cioè continuare ad osteggiare chi decide di investire in Sicilia, di fatto disincentivando gli imprenditori sia attraverso i perversi meccanismi autorizzativi e i <<pantani>> delle commissioni Via-Vas sia con le dichiarazioni pubbliche apertamente ostili, oppure se cambiare approccio e diventare parte attiva di questa delicata transizione, assumendo il ruolo di protagonista del rilancio economico dell’Isola; soltanto nel secondo caso, potrà trovare la nostra collaborazione nell’esclusivo interesse dei siciliani”.