Dopo la sospensione del vicesindaco Aldo Russo dalle cariche di Consigliere e Assessore, da parte del Prefetto di Siracusa, dopo l’arresto in flagranza di reato per concussione, la sindaca Petralito prende le distanze ed esprime la propria amarezza.
Si era dimessa con una dura lettera, nella quale accusava chi, ‘con falsità’ aveva ostacolato il suo lavoro per il cambiamento, salvo poi revocare le dimissioni il 22 marzo, l’ultimo giorno utile concessole dalla legge.
Qualche giorno dopo, il 27 marzo, la sindaca Carmela Petralito, nominava la nuova giunta, quella che avrebbe dovuto rilanciare l’attività amministrativa, restituendo serenità alla vita politica della città.
Tra gli assessori nominati spicca il nome di Aldo Russo, al quale sono stati conferiti, oltre alla vice Sindacatura, le deleghe agli Affari Generali-Legale, Contratti, Servizi Cimiteriali, Bilancio, Tributi, Entrate, Attività Culturali, Polizia Municipale, Turismo, Spettacolo, e Sport.
Il 31 marzo Russo è arrestato in flagranza di reato, accusato di aver incassato, insieme a un ex funzionario in pensione, una mazzetta per accelerare l’iter di una pratica.
Il 3 aprile, dopo la convalida dell’arresto da parte del G.I.P. del Tribunale di Ragusa, il Prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, ha disposto la sospensione di Aldo Russo dalle cariche di Consigliere e Assessore, in applicazione della legge Severino.
La sindaca Pretralito, con una dichiarazione, prende ora le distanze dall’operato del suo vice, a cui ha revocato l’incarico di componente della giunta, e rivendica la propria condotta “ispirata al massimo rigore”.
“Si tratta di una brutta vicenda, che fa certamente male alla nostra Pachino, già provata da un lungo commissariamento per mafia e dal devastante dissesto finanziario e che sta cercando, faticosamente, di risollevarsi.
Sono sempre stata garantista e nutro il massimo rispetto per l’operato della magistratura.
Nel caso in cui ci dovesse essere un processo penale, il Comune si costituirà certamente parte civile, per il risarcimento del danno subito da Pachino”.
Parafrasando il Gattopardo di Tommasi di Lampedusa, accusa chi “vuole il cambiamento finto, che tutto cambi perché nulla cambi davvero”.
Ammette che la situazione è difficile, “constatiamo come non tutti abbiano purtroppo compreso che Pachino ha l’estrema necessità di un cambiamento effettivo, radicale e soffiano sul fuoco della protesta fine a se stessa.
Non ci sono soluzioni facili, ma chi crede muove le montagne e spera contro ogni speranza”.
Di certo, dopo questa vicenda, il compito di rilanciare l’attività amministrativa in città, dopo il commissariamento per il rischio di infiltrazioni mafiose, il dissesto finanziario e le dimissioni della sindaca, poi rientrate, di poche settimane fa, si complica ulteriormente.