Due persone sono finite in carcere e due agli arresti domiciliari per estorsione ai danni di un uomo.
[/]
Nella giornata di ieri, al termine di un’articolata attività investigativa, coordinata dal Procuratore Aggiunto della Repubblica Fabio Scavone e diretta dal Sostituto Procuratore Gaetano Bono, Agenti del Commissariato di P.S. di Noto, diretti dal Commissariato Vice Questore Aggiunto Paolo Arena. Che hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare, emesse dal GIP del Tribunale di Siracusa Scapellato, nei confronti di quattro persone, due di custodia in carcere e due di arresti domiciliari, con braccialetto elettronico: Manenti Simone di 39 anni, Rizza Corrado di 44 anni, Latino Davide di 33 anni e Restuccia Maria di 31 anni.
[/]
All’indomani dell’acquisizione di una notitia criminis di estorsione è stato avviato un servizio tecnico di intercettazione per corroborare e rafforzare il già grave quadro indiziario a disposizione degli investigatori, e sono state scoperti: bonifici bancari sul conto corrente intestato a Restuccia Maria detta “Ramona”, un assegno emesso in favore del noto pregiudicato ed assuntore di stupefacenti Rizza Corrado, detto “Currarino”, prelievi di contante, effettuati col bancomat, che la vittima era stata costretta a consegnare a Rizza, per un importo complessivo di 11.320 euro e numerosissimi screenshots di conversazioni via social intrattenute con Restuccia e altro pregiudicato ed assuntore di stupefacenti, Manenti Simone, nonché sms vocali di whatsApp.
Pertanto, emergevano ulteriori elementi di responsabilità nei riguardi di Latino Davide, convivente della Restuccia che determina Rizza ed Manenti a estorcere denaro ad un uomo, giacché Rizza ha contratto, verosimilmente con la coppia Restuccia/Latino, considerevoli debiti per droga. Dunque, dopo l’incipit della condotta estorsiva da parte di Corrado Rizza, sostenuta dalla forza intimidatrice derivante dalla sua caratura criminale, dall’attività investigativa si è potuto accertare che il trio Restuccia-Latino-Manenti, ha seguitato in pretese di denaro nei confronti di un uomo, individuato da Rizza quale ignaro garante dei pagamenti. Gli stessi, verosimilmente creditori di Corrado Rizza, per i debiti da costui accumulati per l’acquisto di stupefacente, decidevano di procedere personalmente al “recupero” delle somme dovute, cominciando a vessare ed indebolire psicologicamente la persona offesa con numerosa messaggistica via social e chiamate telefoniche. Rizza sparisce improvvisamente dopo aver acquisito cospicue somme di denaro dalla vittima. Dopo costanti ricerche e minacce, perpetrate dal Latino e da Restuccia, una volta individuato, Rizza subisce una severa lezione sia da parte di Latino che da Manenti Simone che lo aggredisce fisicamente in pieno centro storico in data 6 maggio u.s., poco prima di prendere parte all’appuntamento con la vittima nel corso del quale viene tratto in arresto in flagranza da parte della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Noto, dopo la consegna delle banconote.
Non appena Latino apprende della notizia dell’arresto di Manenti, intima alla convivente Restuccia di cancellare tutti i messaggi e distruggere la scheda telefonica. “……cancella tutte cose e butta pure il telefono…stai capendo? butta lì tutte cose e spezza pure la scheda!…”). La lapidaria quanto laconica conversazione, sancisce la fine dei giochi: l’arresto di Manenti mette a nudo tutto il gruppo composto da persone coinvolte a pieno titolo in tutta la vicenda. I gravi indizi di colpevolezza raccolti hanno consentito al GIP di Siracusa, al fine di escludere il pericolo di reiterazione delle condotte delittuose, di emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Rizza (condotto presso la casa circondariale di Ragusa) e di Manenti (già ristretto nel carcere di Ragusa a seguito dell’arresto in flagranza del 6 maggio) ed degli arresti domiciliari, col presidio del braccialetto elettronico, nei confronti dei conviventi Restuccia e Latino.