La funzionaria, all’epoca dei fatti contestati, dei quali è stata ora riconosciuta la legittimità, ricopriva il ruolo Responsabile del II settore “servizi scolastici, culturali, sportivi, socio-educativi e ricreativi’ del Comune di Melilli.
Nel febbraio del 2019, l’iniziativa della magistratura, nota come ‘Operazione muddica’, portò ad alcune misure cautelari nei confronti di amministratori e funzionari del Comune di Melilli.
Nei riguardi della dottoressa Cazzetta era stata applicata la misura cautelare della sospensione dal pubblico impiego per la durata massima prevista dalla Legge.
L’accusa della Procura della repubblica di Siracusa era di aver “turbato la libertà del procedimento di scelta del contraente”, per aver affidato con determine dirigenziali di proroga, il servizio di trasporto degli alunni della scuola materna e dell’obbligo sia di Melilli Centro che delle frazioni di Città Giardino e Villasmundo.
Le indagini hanno poi dimostrato la legittimità dell’operato della funzionaria che, assieme ad altri indagati, su richiesta avanzata dalla stessa procura, è stata prosciolta dalle accuse dal Gip del Tribunale di Siracusa dott. Andrea Migneco.
La dottoressa Cazzetta ha diffuso un comunicato, nel quale esprime la sua soddisfazione per l’esito dell’indagine, ma anche l’amarezza per le immagini televisive trasmesse in tutti TG nazionali e locali che la mostravano condotta di buon mattino negli uffici della Polizia di Stato di Priolo, e gli articoli di stampa che hanno dato ampio spazio all’inchiesta.
Dopo aver ringraziato la famiglia, gli amici e tutti coloro che l’hanno sostenuta con la loro fiducia e il loro affetto, e i suoi legali avvocati Francesco Favi e Angelo Palermo, la dott.ssa Cazzetta aggiunge alcune considerazioni.
“Seppure limitatamente alla fase di indagine, ci sono voluti ben 4 anni per chiarire in maniera definitiva la piena legittimità del mio operato.
Il patimento, seppure per pochissimi giorni, della misura interdettiva che mi ha allontanato ingiustamente dal mio posto di lavoro, restano adesso soltanto un lontano ma, purtroppo, doloroso e triste indelebile ricordo.
Restano pure le profonde cicatrici di una esperienza che non auguro a nessun funzionario pubblico mai di vivere; esperienza che però è ampiamente compensata dalle tante soddisfazioni ottenute nel corso di una carriera ultratrennenale, improntata sempre ai principi della correttezza e fedeltà verso la Pubblica Amministrazione e dunque, nel mio caso specifico, nell’interesse dei cittadini di Melilli. A prescindere dall’opinione della Pubblica Accusa, mi resta la certezza, scolpita inequivocabilmente in atti giudiziari e riconosciuta da Giudici terzi, della piena legittimità degli atti da me addottati, della correttezza del mio operato nel rispetto della Legge, della legalità e della dignitosa onestà che i miei genitori mi hanno insegnato e che, purtroppo, hanno lasciato questa vita addolorati e tristemente feriti”.
La funzionaria conclude il comunicato con una punta di rabbia, accusando quelli che definisce
‘i potenti, i potentini e le perpetue’ “che invece di mettere ordine nelle proprie vile e nella piena consapevolezza di schernirmi e farmi del male, sono riusciti a delineare la differenza tra chi è vissuto in famiglie odorose di basilico, zagare e gelsomino e chi, sfortunatamente, è cresciuto col il maleodorante odore delle carni putrefatte”.
Infine la sottolineatura del fatto che la sua posizione è stata archiviata, a differenza di altre prescritte.