Soddisfatta Legambiente dopo che l’Assessore del Territorio e dell’Ambiente, con decreto del 24 settembre, ha emesso giudizio di compatibilità ambientale negativo per il per la discarica di rifiuti speciali non pericolosi di contrada Petraro, nel comune di Melilli, della ditta Renteco.
Legambiente accoglie con soddisfazione questo provvedimento che riconosce come improponibile la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali a meno di 300 metri dalle abitazioni e in prossimità del villaggio neolitico del Petraro.
Il progetto prevedeva il riutilizzo dell’invaso di una vecchia discarica, che era stato realizzato all’interno di una cava dismessa.
Una discarica (ex Smari) a suo tempo oggetto di vicende giudiziarie e di forti contestazioni da parte di Legambiente, con i circoli di Melilli ed Augusta, e dei cittadini di Villasmundo, per la sua vicinanza alle abitazioni e all’importante sito archeologico del Petraro.
Per Legambiente il provvedimento è il risultato dell’opposizione al progetto del Comune di Melilli, alle numerose criticità evidenziate dagli enti tecnici e alle attente e puntuali osservazioni delle associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra e La Ginestra.
“Legambiente accoglie con soddisfazione questo provvedimento che riconosce come improponibile la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali a meno di 300 metri dalle abitazioni e in prossimità del villaggio neolitico del Petraro”.
L’associazione ambientalista chiede ora all’Assessore e alla Commissione Tecnica Specialistica la stessa attenzione nella valutazione di simili progetti che si vogliono realizzare nell’Area a Rischio di Crisi Ambientale Augusta-Priolo-Melilli.
Legambiente segnala come in quel territorio, per il quale il Piano di Risanamento Ambientale (approvato con DPR 17/1/1995) aveva previsto il depotenziamento dei rischi e la riduzione degli impatti anche attraverso la bonifica delle discariche esistenti e la limitazione all’insediamento di nuovi impianti, si propongono nuovi progetti ad elevato impatto e discariche di rifiuti pericolosi e non (So.e.m., Log Service) che si andrebbero a sommare ai numerosi altri già esistenti nella zona.
Per l’associazione, la revisione e l’aggiornamento del nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali dovrà farsi carico anche di porre un freno al proliferare in zone fragili come questa di discariche che non rispondono a criteri di tutela della salute e dell’ambiente ma solo a garantire l’interesse economico dei privati.
“La Sicilia ha bisogno di impianti per il riciclo e al servizio della raccolta differenziata”.
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