A Città Giardino, la frazione di Melilli recentemente colpita dal fenomeno delle cosiddette ‘piogge oleose’, si è svolto un incontro organizzato Legambiente sui temi della riconversione ecologica delle industrie del siracusano.
Era presente il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, che è anche il presidente della Commissione Ambiente all’Ars, che ha portato il saluto dell’amministrazione comunale e ha confermato l’impegno per la sostenibilità degli impatti delle industrie del polo petrolchimico sull’ambiente.
Il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, nel suo intervento ha esposto la posizione dell’associazione ambientalista.
“Cambiare o chiudere.
Riconvertire le attuali produzioni inquinanti ai cicli produttivi più innovativi fondati sull’uso delle fonti rinnovabili oppure rimanere fermi ad un modello industriale che non ha più futuro e che si sta spegnendo come una candela a fine vita.
È questa l’alternativa secca di fronte alla quale siamo tutti chiamati a compiere una scelta decisiva per il futuro di questa area industriale, istituzioni, industriali, sindacato e società civile”.
Per Legambiente, dalla crisi attuale si esco solo favorendo l’innovazione energetica, ambientale e sociale, e investendo su formazione e ricerca.
Per l’associazione bisogna fare in fretta infatti, “fare lentamente la transizione ecologica equivale a perdere, e chi ne farà le spese maggiori a breve termine saranno le fasce più deboli della società, a partire dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’ area petrolchimica in provincia di Siracusa”.
Tra gli interventi, quello del segretario generale di Cgil Siracusa che, facendo riferimento all’annunciata chiusura degli impianti di Eni Versalis, ha espresso forte preoccupazione per le prospettive occupazionali delle circa 1.400 persone che, tra diretto e indotto lavorano nel comparto della chimica, e per la tenuta dell’intera area industriale, a fronte di piani di investimento ancora non definiti e soprattutto considerato il discutibile comportamento passato di Eni in situazioni simili
La responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia, Anita Astuto, ha posto l’accento sul ruolo che la Regione deve avere nel processo di transizione.
“Nonostante la narrazione dei governi nazionale e regionale sull’impegno ad attuare la transizione ecologica del Paese e sul ruolo fondamentale che in questo può giocare la Sicilia, di fatto la nostra Regione, insieme al resto del Mezzogiorno, come ha sottolineato , è passata dall’essere rappresentata come hub delle rinnovabili ad hub energetico del gas”.
Paolo Tuttoilmondo, avvocato di Legambiente, che è parte offesa nel procedimento penale per disastro ambientale promosso dalla Procura della Repubblica di Siracusa che ha portato al sequestro del depuratore Ias, ha ricostruito la vicenda che può avere ricadute drammatiche per l’intero polo petrolchimico.
Per il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, “le scelte industriali per i grandi poli siciliani sono un banco di prova della capacità del governo italiano e delle istituzioni regionali e locali di dotarsi finalmente di una politica industriale che guardi al futuro e di diversificare l’economia e le opportunità occupazionali di questi territori, garantendo alle ragazze e ai ragazzi siciliani di poter scegliere se rimanere a lavorare e vivere in Sicilia oppure andare nel centro nord Italia o all’estero. Scelta che oggi non è garantita a nessuna e nessuno di loro.Ciò potrà avvenire soltanto puntando sulle opere, sugli impianti, sulle infrastrutture della transizione ecologica, contestualmente alla bonifica di questi territori”.
Tra gli altri interventi, quello di Cinzia Di Modica, del Comitato Stop Veleni, del presidente di Confindustria Siracusa, Reale, e dei deputati regionali Gilistro (M5S) e Spada (PD).
A conclusione dell’incontro, è stato presentato il documento di Legambiente che contiene alcune proposte per superare questa situazione di stallo e scongiurare a tutti i costi il rischio che una giusta ed efficace transizione venga sprecata.
- dichiarare strategiche le bonifiche dei siti SIN siciliani;
- supportare con adeguate misure di accompagnamento al lavoro, la formazione di nuove e necessarie competenze;
- riconvertire l’intero comparto industriale metalmeccanico dalle attività della filiera petrolifera a quella relativa all’assemblaggio degli impianti eolici offshore;
- realizzare impianti industriali dell’economia circolare;
Il documento completo è scaricabile a questo link.
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