Il sindaco respinge gli attacchi di Pd e Fratelli d’Italia e replica punto per punto a quelle che definisce «bugie e inesattezze». Controreplica di FdI: «In democrazia bisogna accettare le critiche. Chi protesta legittimamente non è “abbaiatore o starnazzatore”».
Lo scontro tra amministrazione e opposizione. Non si placano le polemiche tra amministrazione comunale e forze politiche di opposizione per la gestione dell’emergenza seguita alla inattesa chiusura dell’istituto comprensivo Vittorio Veneto e per i ritardi nell’approntamento delle aule necessarie per consentire agli alunni di svolgere regolarmente attività didattica. Agli attacchi di Pd e Fratelli d’Italia – di «gravissimo disagio» per la chiusura della scuola hanno parlato i Dem esprimendo «piena solidarietà alle famiglie e agli operatori scolastici» e addossando le responsabilità all’amministrazione comunale; di «approssimazione disarmante» e di «impreparazione incredibile» ha parlato invece Fratelli d’Italia che ha addirittura chiesto le dimissioni dell’assessore all’edilizia scolastica sottolineando come «i bambini lentinesi siano una priorità imprescindibile per il territorio e come tale vadano tutelati insieme alle loro famiglie» – ha immediatamente risposto l’amministrazione comunale che con un post pubblicato dal sindaco Saverio Bosco sul suo profilo social ha replicato a «bugie e inesattezze». «Che – scrive – sui social sono dieci volte più efficaci delle verità dimostrabili».
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Il finanziamento esistente e quello da cercare. Sul “finanziamento per ricostruire la Vittorio Veneto che c’è da dieci anni e non è stato fatto nulla” Bosco chiarisce: «Del 2017 è il primo decreto di finanziamento di 334.840 euro per ricostruire tetto e terzo piano. Del 2019 il secondo di 1.165.159 euro sempre per la stessa finalità. Purtroppo, la scuola da novembre 2019 a maggio 2020 non supera le prove di vulnerabilità sismica e questa circostanza rende insufficienti le somme a disposizione e inutile il solo intervento di rifacimento del tetto. Per adeguare sismicamente la scuola e consegnarla fruibile occorre una cifra, richiesta con un nuovo progetto, di circa 12 milioni di euro. È utile ricordare che la Vittorio Veneto è una scuola antica di seimila metri quadrati che si sviluppa su tre piani».
La chiusura inattesa. Su “la scuola poteva rimanere aperta” il sindaco spiega che «nessuna persona responsabile e di buon senso metterebbe dei bambini in una scuola giudicata vulnerabile sismicamente in un territorio ad elevato rischio come il nostro e neanche chi fa opposizione farebbe una pazzia simile visto che chi oggi fa opposizione potrebbe vincere le elezioni e governare la città».
La soluzione ex monastero. Sulle voci secondo le quali “i bambini potevano essere ospitati nei locali dell’ex monastero” Bosco spiega che «nonostante l’ex monastero fu ristrutturato, l’edificio non ha superato le prove di vulnerabilità sismica al pari della Vittorio Veneto e andrebbe chiesto agli amministratori di allora quali criticità rendono questa scuola ancora vulnerabile simicamente nonostante i lavori eseguiti».
La soluzione palazzo Beneventano. Sulla possibilità di “spostare la scuola a palazzo Beneventano”, l’amministrazione comunale chiarisce che «i locali del palazzo, oltre a non soddisfare i requisiti strutturali necessari per ospitare una scuola, non sono dotati di impianti e servizi igienici per ottenere l’agibilità e ospitare centinaia di bambini».
L’adeguamento di nuovi locali. Riguardo poi al ritardo nei lavori di adeguamento e trasloco Bosco ricorda che «il bando di finanziamento per i lavori, le locazioni di immobili e il trasloco delle aule scadeva il 26 agosto, il 10 settembre il Comune ha ricevuto il decreto di finanziamento di 350 mila euro e in venti giorni si sta correndo contro il tempo lavorando su edifici che avevano bisogno di adeguamenti, come l’ex Ipab Aletta, parte dell’istituto Manzitto, gli ex uffici comunali di via del Museo, parte dell’istituto Alaimo».
La soluzione ex pescheria. Sul “metteranno i bambini all’ex pescheria”, inoltre, Bosco parla di «notizia non commentabile per la sua assurdità ma soprattutto per l’inconsistenza di chi l’ha divulgata; l’ex pescheria è a disposizione della scuola Vittorio Veneto per attività extra didattiche».
La presunta querelle col Vittorini. Infine le presunte accuse dell’amministrazione al preside del liceo Elio Vittorini di non concedere le sue aule. «Con il Vittorini, così come con tutte le altre scuole – spiega Bosco – ci sono state interlocuzioni formali documentate al fine di cercare spazi e aule, nessuno dell’amministrazione comunale ha mai messo in dubbio la mancanza di aule lamentata dal dirigente del Vittorini e comprendiamo ovviamente le difficoltà che in questo periodo i dirigenti scolastici stanno affrontando a causa dell’emergenza Covid, al pari dei pubblici amministratori. Sono certo che molti farebbero di più e meglio di questa amministrazione, ma dovrebbero avere la capacità, oltre ad abbaiare e starnazzare, di dire alla città come».
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Pronta la controreplica di Fratelli d’Italia. «In democrazia bisogna anche accettare le critiche e non si può definire chi protesta legittimamente e cerca di tutelare i cittadini, “abbaiatori o starnazzatori”. Troviamo poco eleganti queste critiche mosse nei confronti di genitori e di coloro i quali, attraverso il dibattito, esprimono le proprie preoccupazioni soprattutto quando le bugie e le falsità tanto nominate non risultano coincidere con la realtà. Siamo ben lieti di essere definiti “starnazzatori” per il solo esercizio della tutela dei cittadini». Fratelli d’Italia propone l’utilizzo dell’ex istituto Aletta e di una parte del Palazzo di Giustizia. «Auspichiamo – scrive FdI in una nota – che le nostre proposte possano aiutare l’amministrazione a trovare una parte della soluzione per gli studenti nel modo più immediato possibile e che il confronto su temi così importanti possa essere affrontato con serenità».
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