La vicenda continua a far discutere. Nei giorni scorsi incontro del M5s. E Radici Leontine giudica “malcostume” la «prassi di consegnare gli atti impositivi all’agente incaricato della notifica nell’ultimo mese dell’ultimo anno consentito».
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Tari 2014, dibattito aperto. Continua a far discutere la vicenda legata agli avvisi di accertamento (in rettifica o d’ufficio) per l’omesso o insufficiente versamento della Tari 2014 recapitati in questi giorni a migliaia di lentinesi. Com’è noto, si tratta di avvisi emessi dal Comune entro il 2019, consegnati a Poste Italiane per la notifica entro la fine dell’anno ma in gran parte notificati solo a partire da gennaio.
La posizione del M5s. Per il Movimento 5 stelle di Lentini, che nei giorni scorsi ha promosso un confronto con alcuni legali, «la prescrizione del tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di igiene urbana, secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, è quinquennale e il termine di prescrizione decorre dalla data in cui si sarebbe dovuto eseguire il pagamento del tributo». «Nel nostro caso, consegnando a Poste Italiane gli avvisi di accertamento entro il 2019 – afferma in una nota il M5s – il Comune ha impedito solo il verificarsi della “decadenza”, ma non ha evitato che maturasse la prescrizione quinquennale, con conseguente estinzione della pretesa, da fare valere impugnando l’avviso di accertamento entro 60 giorni dalla sua notifica con un ricorso alla Commissione tributaria di Siracusa».
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La posizione di Radici Leontine. Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione Radici Leontine condannando la «prassi che vede il Comune consegnare i propri atti impositivi all’agente incaricato della notifica nell’ultimo mese dell’ultimo anno consentito» e rendendo di fatto «rischiosa la riscossione delle somme». «Malcostume – secondo Radici Leontine – che provoca confusione e incertezza tra i contribuenti, che si ritrovano a sopportare il peso dell’inadeguatezza di chi amministra. Malcostume che genera uno sconforto maggiore considerato che ad esserne responsabile è un’amministrazione che si proponeva di rendere Lentini “una città finalmente normale”. Tutti i lentinesi hanno il diritto di ricorrere contro gli avvisi di accertamento loro notificati. Come, dall’altra parte, anche il Comune ha il diritto di insistere sulle richieste sostenendo i costi per le attività legali e l’inevitabile rischio della soccombenza. Tuttavia, sappiano i lentinesi che tale scelta comporta l’assunzione di un rischio elevato e dunque non può essere presa su spinta di terzi interessati o sulla base di informazioni imprecise. Con amarezza constatiamo per l’ennesima volta che i lentinesi rischiano di finire nel mezzo di un meccanismo perverso che li vede vittima tanto di chi li amministra quanto di chi afferma esserne il difensore».
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