L’uomo, Antonino Zocco, è stato interrogato dal sostituto procuratore Marco Dragonetti e sottoposto a fermo. L’omicidio al culmine di un litigio. Usata una pistola detenuta illegalmente.
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Interrogato il presunto omicida. È il sostituto procuratore Marco Dragonetti a coordinare le indagini sull’omicidio di Giuseppina Ponte, la donna di 38 anni originaria di Francofonte uccisa questa mattina a colpi di pistola in una casa di via Sicilia, al civico 15, nei pressi di piazza Oberdan, nel quartiere Santa Maria Vecchia, nel cuore storico della città. Ad ammazzarla con due colpi di pistola, intorno alle 11, al culmine di una lite, è stato Antonino Zocco, un pensionato di 82 anni. L’uomo è già stato interrogato dal sostituto procuratore Dragonetti, che coordina le indagini dei carabinieri del nucleo operativo, e al termine è stato sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio.
Dinamica e movente, le indagini. I primi ad avvertire le urla seguite dagli spari sarebbero stati alcuni vicini di casa che hanno immediatamente lanciato l’allarme. Giunti sul posto, i militari dell’Arma hanno trovato il corpo della donna in una pozza di sangue. Recuperata e sequestrata anche la pistola detenuta illegalmente, con la quale l’anziano ha fatto fuoco. Pare che la donna da qualche giorno vivesse nella casa di proprietà dell’anziano ora accusato di omicidio. Tra i due sarebbe nata un’accesa discussione per l’ammanco di una banconota da 50 euro. La lite avrebbe assunto in breve toni molto aspri, tanto che la donna si era riparata dietro a una porta per sfuggire a Zozzo che aveva iniziato a minacciarla. Pochi minuti dopo l’uomo avrebbe esploso due colpi di pistola calibro 6.35 che, attraversata la porta, hanno attinto la donna al torace fatalmente. I carabinieri hanno effettuato i rilievi tecnici sul luogo del delitto, hanno repertato l’arma, risultata clandestina e quindi detenuta illegalmente dall’uomo. Dopo l’interrogatorio e la confessione, Antonino Zocco è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio. L’arma, sottoposta a sequestro, è stata inviata al Ris di Messina per gli accertamenti balistici, dattiloscopici e biologici finalizzati a ricostruirne la provenienza e l’eventuale impiego in altri eventi criminosi. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di contrada Cavadonna a Siracusa.
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