Diciassette anni fa la strage in Iraq in cui persero la vita 28 persone, 7 delle quali siciliane. Bosco depone una corona d’alloro ai piedi del monumento in piazza del Popolo.
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Cerimonia intima in piazza del Popolo. Nonostante le restrizioni anti Covid, l’amministrazione comunale di Lentini non ha voluto rinunciare neppure quest’anno a commemorare Emanuele Ferraro, il giovane militare lentinese ucciso 17 anni fa in Iraq nella strage di Nassiriya, nella quale persero la vita 28 persone (19 italiani e 9 iracheni) tra carabinieri, militari dell’Esercito e civili. Cerimonia intima questa mattina in piazza del Popolo, dove il sindaco Saverio Bosco ha deposto una corona di alloro ai piedi del monumento in bronzo, presenti i familiari più intimi di Emanuele con papà Dario e mamma Maria. Caporal maggiore capo scelto in servizio permanente, di stanza nel sesto reggimento trasporti di Budrio, in provincia di Bologna, Emanuele aveva 28 anni quando la sua vita, il 12 novembre 2003, fu tragicamente stroncata in Iraq.
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La commemorazione a Palermo. Delle 28 vittime della strage, 7 erano siciliane: Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Emanuele Ferraro, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horacio Majorana e Alfio Ragazzi. Questa mattina le ha ricordate anche il presidente della Regione, Nello Musumeci, nel corso di una sobria cerimonia a Palazzo Orleans dove ha deposto una corona di alloro sotto la lapide che ricorda l’attentato del 12 novembre 2003. Presenti alla cerimonia anche Marco e Alessia Intravaia, figli di uno dei carabinieri caduti nella strage. «Nel giorno in cui ricorre il 17° anniversario della strage di Nassiriya – ha detto Musumeci – il nostro commosso pensiero va a quei figli di Sicilia barbaramente strappati alla vita e all’affetto dei loro cari dal terrorismo fondamentalista. Erano lontani dall’Italia, impegnati, con grande dedizione e senso del dovere, in una missione di pace».
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