Parla l’assessore allo sport Dario Saggio: «Gestiremo la struttura mantenendo il livello di qualità raggiunto in questi anni». L’interdittiva antimafia e la revoca della concessione. La fine di una esperienza e lo stadio oggi.
Le parole dell’assessore. Cosa ne sarà ora del glorioso stadio “Angelino Nobile”, tornato nella disponibilità del comune di Lentini dopo la revoca della concessione alla Sicula Leonzio? Intanto l’oggi. L’assessore allo sport e al patrimonio Dario Saggio parla di «atto dovuto» riferendosi al provvedimento con il quale l’amministrazione comunale, a distanza di poco meno di tre anni dalla stipula della convenzione, ha revocato alla Sicula Leonzio la concessione per la gestione ventennale dello stadio. «Nell’immediato – spiega Saggio – il nostro obiettivo è quello di gestire la struttura mantenendo il livello di qualità raggiunto in questi anni e sforzandosi di trovare la soluzione migliore per garantire nel futuro prossimo gli stessi standard. Già dallo scorso mese di agosto, quando la squadra non si è più iscritta al campionato di serie C, lavoriamo per la ricerca di nuove forze imprenditoriali che possano avviare un nuovo percorso calcistico e riportare la nostra amata Leonzio e la nostra città sui palcoscenici che contano».
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L’interdittiva antimafia e la revoca della concessione. La revoca della concessione è stata formalizzata pochi giorni dopo l’interdittiva antimafia con la quale la Prefettura di Siracusa ha ritenuto la Sicula Leonzio «società soggetta al pericolo di infiltrazioni mafiose». L’informativa antimafia – arrivata quattro mesi dopo la clamorosa operazione “Mazzetta Sicula”, che ha fatto luce sulla nebulosa gestione della più grande discarica privata dell’isola, quella di contrada Grotte San Giorgio di proprietà della Sicula Trasporti della famiglia Leonardi, ipotizzando gravi reati quali il traffico illecito di rifiuti, la frode nelle pubbliche forniture, la corruzione, la rivelazione di segreti d’ufficio e il concorso esterno in associazione mafiosa – è un provvedimento amministrativo di natura preventiva che ha l’obiettivo di tutelare l’ordine pubblico, la libera concorrenza tra le imprese e l’economia da infiltrazioni della criminalità organizzata e che produce l’effetto di escludere l’imprenditore dai contratti con la pubblica amministrazione. Da qui la decisione dell’amministrazione comunale di revocare unilateralmente la concessione, preannunciata dal sindaco Saverio Bosco già all’indomani del provvedimento prefettizio.
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La fine di una esperienza e lo stadio oggi. La revoca della concessione chiude di fatto, con diciassette anni di anticipo sui venti inizialmente previsti, una “collaborazione” cominciata alla fine del 2017. Da allora, grazie ai cospicui investimenti sostenuti dalla società del presidente Giuseppe Leonardi, è cominciata una complessa opera di riqualificazione che ha trasformato in un autentico gioiello sportivo lo stadio “Angelino Nobile”, ribattezzato dalla società “Sicula Trasporti Stadium” e lo scorso giugno, nell’ambito dell’inchiesta “Mazzetta Sicula, finito sotto la lente d’ingrandimento della Direzione distrettuale antimafia di Catania per le presunte pressioni esercitate dal clan Nardo per ottenere la gestione di un chiosco all’interno dello stadio dove giocava la Sicula Leonzio. Nei soli tre anni di gestione targata Sicula Leonzio è stato ammodernato l’edificio che ospita gli spogliatoi e rinnovato il terreno di gioco. Sono state riqualificate le tribune A e B con la sostituzione o l’installazione di nuovi seggiolini ed è stata ristrutturata e riaperta anche, dopo decenni di abbandono, la tribuna C. Sono stati realizzati un moderno impianto di illuminazione con quattro torri faro, uffici direzionali, tribuna stampa e sala stampa, biglietteria, parcheggi, impianto di videosorveglianza e altro ancora.
Quale futuro. Una struttura oggi moderna e funzionale che però rischia di precipitare nell’oblio se l’amministrazione comunale non dovesse trovare nell’immediato futuro una alternativa alla gestione Leonardi. Il domani è carico d’incognite e in tanti ipotizzano già un lungo e difficile scontro giudiziario tra l’amministrazione comunale e la Sicula Leonzio, la quale – è facile immaginarlo – proverà a far valere le proprie ragioni in sede giudiziaria sia contro il provvedimento di revoca della concessione dello stadio, che contro la stessa informativa antimafia. Contro cui «è ammesso ricorso giurisdizionale al Tar entro 60 giorni dalla notifica ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni».
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