L’iniziativa, in programma domani alle 17.30 a Catania, promossa dalla Rete dei comitati territoriali siciliani. «Nuovi progetti minacciano il territorio, sempre più colpito da una gestione incentrata sull’emergenza».
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Rete dei comitati territoriali siciliani: «Basta ai mega impianti». Un sit-in contro il progetto di costruzione di un inceneritore presentato dalla Sicula Trasporti dei Leonardi. Un sit-in per dire basta ai mega impianti e a tutti i progetti che minacciano il territorio. A promuoverlo per domani, alle ore 17.30, a Catania, davanti al palazzo degli Elefanti, la Rete dei comitati territoriali siciliani. Per associazioni, comitati e residenti, l’inceneritore, che dovrebbe sorgere in contrada Coda Volpe, in territorio di Catania, a poca distanza dalla discarica di contrada Grotte San Giorgio, sarebbe l’ennesimo mega impianto inquinante presente in un’area sulla quale insiste già anche la discarica, sempre dei Leonardi, per la quale è stato chiesto il raddoppio della capacità (attualmente tratta rifiuti di oltre 200 Comuni dell’isola).
«Stop a gestione incentrata sull’emergenza». «Nonostante l’inchiesta “Mazzetta Sicula” abbia fatto emergere la fitta rete di corruzione e interessi legati al business dei rifiuti – affermano i promotori del sit-in – nuovi progetti minacciano il territorio, sempre più colpito da una gestione incentrata sull’“emergenza” e dalla mancanza di politiche atte a proporre sistemi alternativi per un ciclo virtuoso dei rifiuti e dell’energia». Secondo la Rete dei comitati territoriali siciliani il Comune di Catania è responsabile di aver sempre dato parere positivo a questi progetti. L’ultimo dei quali, appunto, è quello relativo a un inceneritore, chiamato termovalorizzatore per gassificazione.
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«L’emergenza è divenuta il sistema di governo politico dei territori». «La mancanza di un piano dei rifiuti regionale, la politica del muoversi per emergenze, gli estesi livelli di corruzione, la colpevole mancanza di politiche di incentivazione e sensibilizzazione alla raccolta differenziata, la mancanza di adeguati centri di compostaggio, l’insignificante realizzazione di piattaforme cittadine di recupero e di impianti di riciclo – affermano ancora i promotori della manifestazione in programma domani a Catania – rappresentano nell’insieme le condizioni che permettono agli affaristi dei rifiuti e dell’energia di presentare progetti in netta contraddizione con i principi del rispetto dell’ambiente e della salute. L’emergenza è divenuta il sistema di governo politico dei territori. Le soluzioni di buon senso ci sono e ci sono le tecnologie appropriate che permetterebbero una gestione congeniale dell’intero ciclo dei rifiuti e dell’energia, ma sono soluzioni che vanno contro gli interessi della “cultura” del profitto a ogni costo».
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