I sindacati dei pensionati intervengono sui recenti disagi registrati nei centri unici di prenotazione. L’accordo con Federfarma: «Una ulteriore tassazione per gli utenti».
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I disagi nei Cup, serve il confronto. Un confronto che consenta di trovare preventivamente soluzioni che garantiscano il funzionamento di tutti i servizi socio-sanitari e che permetta di ridurre le disuguaglianze sociali, il disagio, la marginalità e la solitudine. È quanto chiedono i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil con una nota inviata ai sindaci del territorio e al direttore del distretto sanitario di Lentini. Al centro i recenti disagi registrati nei Cup – i centri unici di prenotazione delle prestazioni sanitarie – di Lentini (piazza Aldo Moro) e Carlentini (via dello Stadio). «La indeterminatezza della situazione negli ultimi otto giorni, che sembrerebbe a oggi risolta e superata, pare derivare – scrivono Valeria Tranchina, Vito Polizzi, Salvo Lantieri e Sergio Adamo – dalla mancanza di personale e da una disorganizzazione degli uffici che non può attribuirsi ai dipendenti che vi operano, fra l’altro tra difficoltà oggettive. La chiusura dei Cup attraverso un cartello che comunica all’utenza l’interruzione del servizio, il disagio di doversi recare presso il Cup dell’ospedale di Lentini, per raggiungere il quale serve un mezzo di trasporto, la necessità di maggiore tempo a disposizione, non può spiegarsi attraverso una circolare informativa interna o conosciuta solo dagli addetti ai lavori. La riorganizzazione degli uffici per l’erogazione di un servizio di tale importanza non può creare un simile disservizio e non può immaginarsi estemporanea».
L’accordo con Federfarma: «Una ulteriore tassazione». «Non siamo convinti – affermano i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil – che le criticità dei Cup possano trovare soluzione nell’accordo siglato con Federfarma grazie al quale il servizio di prenotazione / modifica / cancellazione di ogni singola prestazione sanitaria può essere fruito nelle farmacie dal 16 settembre 2019 con un costo per l’utente di 4,5 euro e per gli assistiti che godono dell’esenzione totale del ticket di 3 euro quale corrispettivo per la sola prenotazione. Per noi equivale a una ulteriore tassazione a cui si sottopone la popolazione siciliana, a differenza di quanto accade in altre regioni dove il servizio è gratuito. Si tratta di un peso ingiusto per gli utenti del Servizio sanitario nazionale, specie per le fasce più vulnerabili della comunità, soprattutto in questo periodo di crisi economica. Ancora una volta si scarica sulla comunità l’erogazione dei servizi. Né tantomeno, per alleggerire i Cup sovraccarichi, si può pensare di istituire un servizio online che sarebbe inaccessibile alla gran parte degli anziani e a chi non possiede strumenti informatici».
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«Per lavorare al meglio bisogna fare “sistema”». «Serve – sottolineano Valeria Tranchina, Vito Polizzi, Salvo Lantieri e Sergio Adamo – un servizio certo, continuativo, facile e raggiungibile, che tenga conto delle persone con età superiore ai 60 anni, non sempre autonome e autosufficienti, che in questa regione, e nella nostra provincia, rappresentano oltre il 25% della popolazione, una percentuale che continuerà a salire. La vera sfida per chi governa i Comuni e l’Asp sta nell’integrare i servizi alla persona e trovare nuove modalità di organizzazione e di lavoro per migliorare le condizioni di vita delle persone. Bisogna individuare soluzioni che vadano nella direzione del mantenimento e della garanzia dei servizi, soprattutto per le persone più fragili. Per lavorare al meglio bisogna fare “sistema”, termine abusato ma mai realmente applicato in questa provincia».
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