“La nostra comunità, erede di quei coloni calcidesi e fra le più importanti città greche dell’antichità, ha custodito per un lungo anno un sogno che si è concretizzato appunto con l’arrivo di questo giovane efebo. Un sogno che a dirla tutta si è concretizzato dopo tanto lavoro istituzionale, grazie e soprattutto alla dott.ssa Carla Mancuso dirigente in pensione del Parco Archeologico di Leontinoi e Megara”, affermano Antonio Pino e Luca Fazzino, membri del Comitato Tecnico Scientifico del parco archeologico di Leontinoi e Megara.
“Un ritrovamento avvenuto a Lentini e che per varie vicissitudini della storia, fu in parte custodito nel Museo Regionale di Siracusa (il torso) e in altra parte (la testa) presso il Museo Civico di Catania. Una storia triste per certi versi, fin quando nel 2018, il compianto assessore Tusa, insieme ad altri esperti, decisero di unificare torso e testa. Non entriamo assolutamente in merito agli aspetti tecnici e scientifici, perché non siamo titolati ad esprimerci, ma entreremo in merito ad altre ben più note vicende”.
“Dalla loro unificazione, essendo titolari due istituzioni diverse, si trovò accordo nel “condannare” a nostro avviso, il povero giovanotto, a girare ogni sei mesi fra il museo siracusano e il museo catanese a parte qualche parentesi, presso mostre nazionali ed internazionali. Fin quando, grazie alla tenacia del costituito Parco di Leontinoi e Megara, grazie ad una costante interlocuzione con gli organi di competenza e grazie alla preziosa collaborazione dell’attuale assessore regionale dr. Francesco Scarpinato si è giunti a riportare per un anno nei suoi luoghi e nella sua Lentini il Kouros”.
“Oggi quasi allo scadere del termine, nessuno si era interessato ufficialmente alla fine a cui sarebbe stato di nuovo “condannato” questo giovanotto. Gli accordi prevedono la restituzione del bene ai due musei, i quali lo dovrebbero nuovamente detenere sei mesi ciascuno. Un bene così importante e prezioso a nostro avviso, non può continuare ad essere spostato con questa frequenza, primo perché è soggetto e a rischio di gravi e irreparabili danneggiamenti per ovvie ragioni, ma anche per i costi di trasporto ed assicurazione che comporterebbe”.
Motivo per cui i due dei componenti del CTS (comitato tecnico scientifico) del parco, Pino e Fazzino, hanno chiesto di capire le intenzioni sul futuro del Kouros, “Dalla riunione avvenuta lo scorso 10 marzo è emerso che l’intenzione sarebbe stata quella di restituirlo perché i documenti parlavano chiaro”, spiegano.
Dopo la riunione si sono immediatamente attivati, informando l’onorevole Luca Cannata (FDI), affinché potesse interagire con gli organi competenti per far rimanere il kouros nel Museo Regionale di Lentini; “Ad oggi veniamo a conoscenza di interessamenti vari e di altri politici, in cerca di patacche da appendere al collo”, sottolineano.
“Nessuno, si permetta di attaccare al petto medaglie che non gli spettano. In questo articolo si è voluto portare a conoscenza di tutti, come realmente si sono svolti i fatti. Oggi, possiamo dire che grazie a questi passaggi, grazie al lavoro della dott.ssa Mancuso, grazie al nostro lavoro, grazie all’onorevole Cannata (FDI) e alla disponibilità dell’assessore Scarpinato (FDI), a breve potrebbe arrivare la firma per autorizzare la permanenza di un altro anno del nostro giovanotto presso il Museo Regionale di Lentini”, concludono.
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