Di pochi giorni fa il decreto dell’Assessorato regionale delle infrastrutture e della mobilità. Assegnati quasi 4,5 milioni di euro. Bosco: «Importante progetto di rigenerazione urbana».
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Il finanziamento. Diciassette alloggi di “social housing” al posto dell’ex consorzio agrario, in via Francesco Spina, e un “urban center” al posto dell’ex auditorium di via Focea, oggi poco più che un rudere dopo essere stato distrutto anni fa da un incendio di probabile origine dolosa. Saranno realizzati grazie a un finanziamento di 4.474.000 euro concesso dall’Assessorato regionale delle infrastrutture e della mobilità nell’ambito del Programma operativo del Fondo europeo per lo sviluppo regionale 2014-2020. Con un decreto dello scorso 8 settembre l’assessorato ha infatti ammesso a finanziamento il progetto di “Riqualificazione dell’ex consorzio agrario e dell’antico lavatoio di Lentini” presentato nei mesi scorsi da Comune e Istituto autonomo case popolari di Siracusa dopo la sottoscrizione di un protocollo d’intesa.
L’intesa Comune – Iacp. L’accordo, infatti, ha permesso di partecipare, entro il 13 febbraio, a un bando dell’Assessorato regionale delle infrastrutture e della mobilità che promuoveva, nell’ambito degli interventi di inclusione sociale e lotta alla povertà del Programma operativo del Fondo europeo per lo sviluppo regionale 2014-2020, la presentazione di proposte progettuali da parte degli Iacp dell’isola per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi a vantaggio di categorie fragili. Per l’amministrazione comunale un progetto di rilevante valore sociale per la riqualificazione e la rigenerazione di un’importante area della città.
Gli interventi in programma. Il progetto prevede la ricostruzione dell’antico lavatoio per tornare a essere un auditorium al servizio della città e delle sue associazioni, la riqualificazione dell’area antistante, l’acquisizione dell’immobile dell’ex consorzio agrario da parte dell’Iacp di Siracusa (acquisizione già avvenuta) e la realizzazione di diciassette alloggi di edilizia sociale e di spazi commerciali.
Bosco: «Importante progetto di rigenerazione urbana». «È un progetto – sottolinea con soddisfazione il sindaco Saverio Bosco – frutto di una proficua e generosa collaborazione con l’Istituto autonomo case popolari. La riqualificazione e la rigenerazione di importanti aree della città è uno dei capisaldi dell’attività della nostra amministrazione. È stato così col quartiere Badia, dove sono stati realizzati diversi interventi di riqualificazione del decoro e dell’arredo urbano grazie al ruolo determinante dell’associazionismo culturale e del volontariato. Come pure per Largo Barcellona, a cui abbiamo destinato il più importante evento commerciale settimanale della nostra città e che ora diventa anche uno spazio adeguato per eventi. Adesso mettiamo in campo anche quest’altro progetto, mentre presto saremo in grado di rendere operativo il più importante e ambizioso progetto di riqualificazione del centro storico, ovvero quello relativo al colle Tirone».
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I punti di forza del progetto. «Del progetto di riqualificazione dell’ex consorzio agrario e dell’antico lavatoio – prosegue Bosco – vanno messi in evidenza quattro elementi: ricuciamo una dolorosa ferita apertasi con l’incendio di 13 anni fa, riconsegniamo alla città e alle sue associazioni un auditorium funzionante e moderno, coniughiamo edilizia sociale e cultura, facciamo vera inclusione sociale perché, per la prima volta, le famiglie più deboli non saranno relegate ai margini della comunità cittadina ma pienamente integrate nel cuore della nostra città».
Valenti: «Strappiamo l’area a un destino di degrado». «La nostra visione – sottolinea dal canto suo il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Alessio Valenti – è quella di ridare a Lentini uno spazio di cultura e di condivisione in un’area che ormai è, di fatto, nel centro della città. Ci saranno anche elementi architettonici che richiameranno lo scorrere dell’acqua e che quindi riporteranno la memoria all’antica funzione del sito. Vogliamo da una parte strappare quell’area a un destino di degrado e metterla a disposizione della produzione culturale. Dall’altra favorire una visione innovativa dell’edilizia popolare che non punta più sull’erosione di nuovo suolo, ma sul recupero e sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente per metterlo a disposizione delle fasce sociali più deboli, come gli anziani e le giovani coppie».
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