“Narrare il presepe, oggi, significa raccontare la storia di oltre duemila anni fa. I personaggi del presepe ci interrogano, ci permettono di raccontare la quotidianità delle storie di uomini e donne”.
Lo ha detto il segretario nazionale dell’Ucsi Salvatore Di Salvo che è anche Tesoriere dell’Odg Sicilia a conclusione del corso di formazione per giornalisti sul tema: “La narrazione del presepe per essere pellegrini di speranza – Il presepe permanente della collezione Magnetti-Incardona” che si è svolto nel Santuario dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, già chiesa della Fontana alla presenza dei giornalisti.
Il corso è stato proposto dall’Ucsi Sicilia, dall’Ucsi di Siracusa in collaborazione con Corrado Magnetti e Antonella Incardona, presepisti, dalla Parrocchia Santa Maria La Cava e Sant’Alfio è organizzato dall’Ordine dei Giornalisti.
All’evento, moderato dalla giornalista Angela Rabbito, sono intervenuti il prof. Paolo Giansiracusa, storico dell’arte; Pippo Cosentino, ex dirigente scolastico e consigliere regionale dell’Archeoclub e il segretario nazionale Ucsi, Salvatore Di Salvo, nonché Tesoriere dell’Odg Sicilia.
Presenti tra gli altri anche il parroco della chiesa di Santa Maria La Cava e Sant’Alfio, don Maurizio Pizzo e il tesoriere dell’Ucsi Sicilia Angelo Di Tommaso e naturalmente numerosi giornalisti.
“Il corso – ha commentato il segretario nazionale dell’Ucsi Salvatore Di Salvo – si inserisce nell’ambito delle iniziative in attesa del Giubileo 2025. Quest’ultimo importante evento dovrebbe interrogarci per trovare nuovi modi per comunicare e per poter costruire insieme un mondo migliore per essere pellegrini di speranza. Il presepe deve entrare nella nostra quotidianità e renderci capaci di raccontare col cuore”.
Lo storico Paolo Giansiracusa ha analizzato la storia della cristianità attraverso i presepi e il loro percorso comunicativo, partendo dal presepe più antico della storia umana, realizzato in un sarcofago, fino alla narrazione del presepe permanente della famiglia Magnetti-Incardona.
“L’opera dei Magnetti-Incardona – ha aggiunto il prof. Giansiracusa – è stata costruita interamente in terracotta vergine e rappresenta un senso di umiltà e povertà. Nasce da un attento studio di abiti, mestieri e stili dell’architettura. Tutto in equilibrio ed armonia. Ammirando quest’opera si ha l’impressione di essere ritornati nei nostri paesi, quelli di una volta. Consolidiamo pertanto dal presepe il passato per ricostruire il nostro futuro”.
“Abbiamo voluto scegliere questo luogo sacro come location – ha aggiunge il consigliere regionale dell’Archeoclub Pippo Cosentino– perché è un sito caro ai lentinesi. Infatti in questo luogo i tre Santi sono stati martirizzati, dopo aver rinunciato alla vita terrena per recuperare una vita celeste. Oggi questo santuario è entrato a far parte delle chiese giubilari. Anche i tre Santi sono stati pellegrini di speranza”.
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