Pronte per la consegna le 4.000 firme raccolte contro il progetto di una discarica a Scalpello. E a Palermo si lavora a una commissione d’inchiesta per passare ai raggi X le autorizzazioni per la realizzazione di impianti dei rifiuti.
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La commissione. La regolarità delle autorizzazioni rilasciate per la realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti in Sicilia sarà analizzata al microscopio da una commissione d’inchiesta la cui istituzione è prevista da un decreto alla firma dell’assessore regionale all’Energia Alberto Pierobon. La commissione ispettiva dovrebbe scandagliare i provvedimenti autorizzativi relativi a discariche e impianti intermedi per evitare che si ripetano situazioni simili a quella di Alcamo, dove l’autorità ambientale, esaminando la richiesta di ampliamento di una impresa, ha accertato l’assenza di documentazione a corredo di un’autorizzazione rilasciata nel 2017.
In attesa di Musumeci. La notizia arriva in questi giorni da Palermo proprio mentre il Comitato unitario per la sanità pubblica ha rinnovato al presidente Nello Musumeci la richiesta di un incontro per consegnare le oltre 4.000 firme raccolte tra Lentini, Carlentini e Francofonte per contrastare il progetto di una nuova discarica che la Gesac, società della famiglia Leonardi finita sotto i riflettori della magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Mazzetta Sicula”, vorrebbe realizzare in contrada Scalpello, all’interno di due vecchie cave di tufo che occupano un’area di 21 ettari.
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Il Comitato: «Buona notizia». Il Comitato, di cui fanno parte organizzazioni sindacali e associazioni del territorio, attende da giorni un segnale da Musumeci per rimettere nelle sue mani la petizione con la quale si reclama una «gestione pubblica del ciclo dei rifiuti» e si grida «basta discariche, basta inquinamento, basta tumori». «Quella della commissione d’inchiesta – sottolinea a nome del Comitato, Paolo Censabella – è una bella notizia poiché siamo in presenza di un provvedimento impegnativo che va nella stessa direzione della petizione popolare che consegneremo al presidente della Regione e che trasmetteremo anche all’assessore all’Energia, al ministro dell’Ambiente e ai presidenti delle Commissioni antimafia regionale e nazionale».
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